Baff, missione compiuta: «Edizione memorabile». Applausi e risate per Bisio

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BUSTO ARSIZIO – Risate e applausi per Claudio Bisio, star della serata conclusiva del del B.A. Film Festival. E la diciottesima edizione passa agli annali. «Ci vediamo l’anno prossimo» dicono in coro organizzatori e amministrazione. Perché è stato un altro successo, con tre sold out al Teatro Sociale. «Non è stata una mini-edizione – sottolinea il direttore artistico del festival Steve Della Casa – è stata un’edizione piena di passione e di emozioni. Credo memorabile». Per la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli è stata una «sfida vinta. In questa edizione non è mancato niente, se non la parte mattutina nelle scuole». Ai detrattori, «i due o tre ancora rimasti», dice: «Il festival è di tutti e alla portata di tutti». E il sindaco Emanuele Antonelli omaggia lo staff del festival, guidato dal presidente Alessandro Munari: «Gli eroi sono loro».

Bisio: premio, gag e applausi

Claudio Bisio è salito sul palco a suon di gag, con Steve Della Casa a fargli da spalla, come già successo nelle passate edizioni del festival. Prima fingendo che avrebbe fatto tutta la sera con la mascherina indossata, poi ringraziando Legnano invece di Busto per il premio Platinum Dino Ceccuzzi all’eccellenza cinematografica, consegnatogli da Alessandra Ceccuzzi. «Neanche una motivazione?» scherza l’attore piemontese, che ironizza anche sulla proverbiale eleganza del direttore artistico. Una partenza in quarta per poi duettare con il direttore del Baff nel ripercorrere la sua carriera di attore cinematografico, ma anche quella televisiva, in una chiacchierata che scorre veloce per più di un’ora, alternata con alcuni spezzoni emblematici trasmessi sul grande schermo del teatro Sociale. «Sono quarant’anni di carriera – ricorda Bisio – il primo bollino Enpals è dell’ottobre dell’80».

La chiacchierata

Dagli inizi con Gabriele Salvatores, con «una piccola parte, ma memorabile», come la definisce Della Casa, di un benzinaio in Turnè, in cui duetta con Diego Abatantuono. «Un ciak solo – rivela Bisio – una mezza improvvisata». Passando per Mediterraneo, con cui ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. «Quell’anno tra i concorrenti c’era “Lanterne Rosse» ricorda l’attore, svelando un aneddoto. «L’asina in realtà era un mulo nero, tutto dipinto di bianco. Prima di ogni ciak si usava il ghiaccio per far ritirare il membro nero che tendeva a risaltare». E poi i ruoli impegnati, ne “La tregua” di Francesco Rosi, e in “Si può fare”, di Giulio Manfredonia, in cui interpreta la parte di un sindacalista che lavora in una cooperativa di ex malati mentali. «Non mi vergogno a dire che è il più bel film che ho fatto – ammette Bisio – venuto bene, al di là del tema trattato».

«Il segreto? La curiosità»

E poi il grande successo di “Benvenuti al Sud” e “Benvenuto Presidente” (in cui c’è anche un cameo di Steve Della Casa). «Film piaciuto a tutti, dai grillini alla sinistra. Poi abbiamo fatto “Bentornato Presidente” e non è piaciuto a nessuno…». Fino ai fenomeni televisivi di Zelig e Mai dire Gol e alla sua partecipazione al Festival di Sanremo, ospite di Claudio Baglioni. E quando il direttore del Baff gli chiede se c’è qualcosa che gli fa paura, Bisio risponde: «Quasi mai: dopo tanti anni è la curiosità che mi fa saltare da un ruolo all’altro. Quando devo scegliere a parità di ruoli tra una persona con cui ho già lavorato e una con cui non ho mai lavorato, scelgo la seconda. Per curiosità. L’incoscienza di fare cose che non so fare rimane».

Il concorso dei corti

La serata finale del Baff 2020, come da tradizione, è stata anche l’occasione per premiare il concorso dei corti, vinto da Giulia Giapponesi, con il cortometraggio “Il fagotto”. «Sono particolarmente orgogliosa di ricevere questo premio, da una giuria di studenti – le parole della vincitrice, in un video registrato – i corti concorrenti erano tutti lavori interessantissimi, sono onorata di questo riconoscimento». E in chiusura di serata, come da tradizione, il presidente della BA Film Factory Alessandro Munari ha consegnato l’ormai consueto “Premio Stakanov”, ribattezzato per l’occasione “Premio Italia”, ad una delle colonne dello staff, Carlotta Garavaglia, che «con il Covid si è fatta in centomila pezzi e ha fatto un lavoro pazzesco».

Maffioli: «Sfida vinta»

La domenica del Baff

L’ultima giornata del Baff 2020 è iniziata in mattinata in sala Monaco, con la presentazione del libro “L’Italia agli Oscar” di Vincenzo Mollica, da parte di Steve Della Casa, intervistato da Diego Pisati. Nel pomeriggio invece la Masterclass di Licia Maglietta, l’attrice di “Pane e tulipani”, neo-direttrice dell’istituto cinematografico Michelangelo Antonioni, di fronte agli studenti della scuola di cinema di Villa Calcaterra.

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