Bonaccini: «Voglio un Partito democratico più unito e più vicino alla gente»

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NOVARAStefano Bonaccini arriva al Broletto di Novara e la sala è già piena e gli interventi dei vertici del Pd novarese sono già iniziati. Quando entra, accompagnato dal presidente regionale del Partito democratico Franca Biondelli le parole si fermano e i 300 presenti lo accolgono con un lungo applauso. Il presidente della Regione Emilia Romagna e candidato alla segretaria nazionale incassa il calore dei dem piemontesi e si accomoda in prima fila. Ad ascoltare e riprendere le forze dopo l’intensa giornata piemontese vissuta tra Alessandria e Torino.

Unità

Bonaccini esorcizza la scissione del partito, spettro che aleggia sullo sfondo dello scenario congressuale in corso, parla di un partito, quello che lui stesso ha in mente, più vicino al territorio e alla gente. «Unito», si augura. Il suo verbo è meno radicale di quello professato dalla Schlein, ma anche il partito che ha in mente il leader emiliano è uno e indivisibile: «Sarebbe clamoroso se, sulla base del risultato del congresso, un minuto dopo chi ha perso se ne andasse», dice.

Diversità

Insomma Bonaccini parla di unità, ma anche di diversità tra il Pd che egli ipotizza e quello prospettato dagli altri candidati. E tra sette giorni Stefano Bonaccini farà tappa a Varese, dove la Schlein ha riempito Sala Montanari e acceso l’anima più a sinistra dei dem.

L’intervista

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