BUSTO ARSIZIO – La luce in fondo al tunnel, ma la città resterà al buio ancora a lungo. La questione dell’illuminazione pubblica, com’è noto, è finita nelle aule del Tribunale amministrativo e con due ricorsi pendenti i nodi da sciogliere richiedono tempistiche: lunghe, nella migliore delle ipotesi e lunghissime qualora anche il piano d’emergenza non si potrà attuare.
Si va per le lunghe
Nemmeno il sindaco Emanuele Antonelli, durante la commissione Affari generali (riunitasi oggi, lunedì 20 luglio), è stato ottimista nel rispondere alla domanda del capogruppo di Busto al Centro Laura Alba, la quale ha chiesto di fissare il punto della situazione su uno dei grandi progetti dell’amministrazione in carica. Il primo cittadino, infatti, dopo aver delineato la cronologia dei fatti con il primo ricorso al Tar firmato Citelum e il secondo presentato da A2A, ha messo sul tavolo anche un paio di date. La prima è a settembre prossimo, quando il Consiglio di Stato (dopo l’appello di Citelum) si pronuncerà in merito alla sospensiva respinta in primo grado. Bisognerà invece attendere il 21 dicembre per conoscere il merito del ricorso francese. Nulla al momento si sa invece del procedimento avviato da A2A.
A meno che…
Nel frattempo però è stato ipotizzato un piano B. Non risolutivo, ma che per lo meno salvi capre e cavoli e riporti la luce, se non in tutta Busto, almeno in alcuni zone della città. E tale soluzione tampone prevede che, in attesa delle sentenze, A2A proceda con i lavori di riqualificazione della rete. Prediligendo però gli interventi progettati e che (più o meno) coincidono con quelli contemplati anche dalla società francese. «In questo modo – ha spiegato Antonelli – ci mettiamo al riparo rispetto da qualsiasi piega prenda la situazione».
Ma tra il dire e il fare… c’è di mezzo il legale. Il piano d’emergenza, infatti, proprio in questi giorni è al vaglio degli avvocati, i quali diranno se questa strada è percorribile. In caso contrario, a Busto sarà a lungo notte fonda.