Busto, Candiani e Tovaglieri: “Basta detenuti psichiatrici in carcere. Incontreremo il ministro”

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BUSTO ARSIZIO – Carcere di Busto a rischio sicurezza: sopralluogo dell’europarlamentare Isabella Tovaglieri (Lega) e del senatore Stefano Candiani (Lega) nella mattinata di oggi, lunedì 28 marzo. Un sopralluogo che arriva pochi giorni dopo il pericoloso incendio appiccato da alcuni detenuti nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 marzo.

I matti non devono stare in carcere

E’ Candiani a mettere immediatamente in luce il problema principale: “I matti non devono stare in carcere – ha infatti spiegato il senatore leghista – Il detenuto che ha appiccato per primo l’incendio nella propria cella ha problemi psichici acclarati. Tenerlo in una normale struttura detentiva costituisce un pericolo per il personale, in particolare per gli agenti della polizia penitenziaria, e per gli altri detenuti“.

Intervenga il ministro Cartabia

Candiani ha voluto rivolgere un “plauso proprio alla polizia penitenziaria di Busto Arsizio che ha gestito una situazione potenzialmente pericolosissima in modo impeccabile. Lo hanno fatto con grande professionalità e andando oltre il loro dovere: molti degli agenti intervenuti erano infatti liberi dal servizio. Aggiungo che va lodato anche il comportamento degli atri detenuti che hanno collaborato mostrando un comportamento ineccepibile. La situazione deve però essere affrontata: per questo ho chiesto un incontro urgente con il ministro della Giustizia Marta Cartabia, che vedrò nei prossimi giorni”.

Atavica carenza di personale

Tovaglieri affronta un secondo grande tema: “Quello dell’atavica carenza di organico che caratterizza la casa circondariale di Busto – spiega – Quanto accaduto non si è trasformato in qualcosa di ancora più grave perché chi era libero dal servizio ha immediatamente risposto alla chiamata. Non si può però pretendere che la soluzione ad un problema strutturale conclamato risponda la buona volontà dei singoli”. E ancora il nodo dei detenuti con problemi psichici o comportamentali: “I manicomi criminali sono stati chiusi. Giusto eliminare strutture potenzialmente degradanti per chi vi è confinato, ma il problema rimane. E va risolto. Possiamo ipotizzare di fare rete e coinvolgere anche il sistema sanitario nazionale, ma come abbiamo visto, anche il sistema sanitario nazionale può rivelarsi insufficiente. Una soluzione deve essere individuata”.

Mancanza di strutture adeguate

E’ il direttore Orazioni Sorrentini ad aggiungere: “Mancano le così dette Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) basti pensare che in tutta la Lombardia ce n’è una soltanto a Castiglione delle Stiviere. Non ci sono posti sufficienti e purtroppo il problema è nazionale”. “Il detenuto che ha appiccato l’incendio – aggiunge il comandante della polizia penitenziaria bustocca Rossella Panaro – Era stato trasferito a Busto da altra casa circondariale per identico motivo”. In sintesi “il problema è stato soltanto spostato altrove e non risolto – conclude Candiani – E oggi abbiamo danni ingenti e una sezione del carcere ancora inagibile”.

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