Busto, la rivoluzione degli spazi. Come il Covid ha cambiato i nostri ospedali

busto ospedali spazi covid
L’Ufficio tecnico dell’Ospedale di Busto Arsizio, Massimiliano Mastroianni è il primo sulla sinistra

BUSTO ARSIZIO – Si chiama Massimiliano Mastroianni, ha 49 anni, è bustocco di nascita e milanese di adozione. E’ l’ingegnere che guida l’Ufficio tecnico dell’Asst Valle Olona, a cui è toccato il compito di riorganizzare gli spazi dei quattro ospedali (Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e Somma Lombardo) travolti dall’emergenza della pandemia.

A febbraio il primo paziente Covid a Busto

Come si ricorderà, il primo malato Covid-19 arriva in ospedale a Busto Arsizio il 28 febbraio. «Dalla fine di febbraio agli inizi di aprile, abbiamo ricavato nei nostri quattro presidi una superficie complessiva di circa 23mila metri quadrati destinata a ospitare i malati di Coronavirus – racconta Mastroianni – Busto Arsizio ha avuto 6 reparti Covid (oltre il settimo piano del Polichirurgico, che ha ospitato un Pronto soccorso e una terapia intensiva dedicate), Saronno 8 reparti Covid (oltre un Pronto soccorso e una Terapia intensiva dedicate), Gallarate 3 reparti Covid, Somma Lombardo 1 reparto Covid. I nuovi reparti hanno generato circa 350 posti letto per pazienti Covid-19 e circa 40 posti letto di Terapia intensiva (con un aumento di circa 16 posti letto rispetto agli ordinari)».

I lavori eseguiti

I lavori principali di allestimento hanno riguardato l’installazione di compartimentazioni in cartongesso con relative porte atte a delimitare e definire i percorsi di accesso e uscita dai reparti sia dei pazienti che degli operatori. Sono state quindi individuate delle zone di vestizione e svestizione del personale dedicate per permettere al personale di indossare i dispositivi di protezione individuali necessari quali: mascherine, camici idrorepellenti, visiere, sovra scarpe e cuffie di protezione del capo, ecc.

Le zone “pulite”

Nelle terapie intensive sono state realizzate delle separazioni in plexiglass tra le zone controllo “pulite” e le zone dei box “pazienti”. Ove gli impianti di trattamento aria lo permettevano, sono stati inoltre posti in pressione negativa gli ambienti  dei reparti Covid-19. Nell’allestimento dei reparti, sono state inoltre implementate alcune forniture che hanno permesso al personale di lavorare con miglior efficienza. Fra queste si possono citare: la fornitura di radiotrasmittenti (che hanno permesso una più rapida comunicazione tra il personale che operava direttamente nel reparto e il personale appena fuori dalla zona rossa); la fornitura di accessori vari per gli impianti gas medicinali (quali sdoppiatori di prese di aria e ossigeno e flussimetri); l’installazione di nuovi impianti telefonici (con l’apertura di nuovi numeri dedicati).

Sinergia determinante per le cure

«Tutto quanto fatto da un punto di vista strutturale e impiantistico per fronteggiare l’emergenza Covid-19 è stato possibile grazie a un lavoro di squadra: tutto il personale del Servizio tecnico in collaborazione con Direzione strategica, l’Ingegneria clinica, il Provveditorato, il Servizio sistemi informativi, la Logistica e la Prevenzione – riprende l’ingegner Mastroianni – Questa sinergia ha contribuito in maniera determinante alla possibilità di curare». Non bisogna poi dimenticare che, con l’allestimento dei nuovi reparti Covid-19, le Direzioni Mediche e i Sitra (Servizio tecnico riabilitativo aziendale), hanno dovuto necessariamente recuperare personale e formare delle équipe medico-infermieristiche dedicate a questi nuovi spazi.  Tale cambiamento organizzativo (necessario non solo per curare i pazienti di Coronavirus, ma anche per dare la garanzia di continuità nella cura di importanti patologie come quelle dell’area oncologica), ha avuto come conseguenza una trasformazione strutturale e impiantistica delle unità operative con spostamenti (in tempi ristrettissimi) di interi reparti ospedalieri in nuove sedi.

Ematologia e Day hospital oncologico

Un esempio su tutti riguarda i reparti di Ematologia e il Day hospital oncologico dell’ospedale di Busto Arsizio.  Precisamente, le degenze di Ematologia sono state trasferite all’ottavo piano del Padiglione Polichirurgico e il Day Hospital Oncologico è stato trasferito al 4° piano del Padiglione Ostetricia, Ginecologia e Pediatria (OGP). Per dare un’idea dei tempi, da quando è stato deciso di trasferire questi due reparti a quando è stato realizzato il trasferimento, sono passati 5 giorni lavorativi. Oltre ai traslochi, in questi 5 giorni, si è provveduto a: realizzare la messa a norma dell’impianto elettrico delle degenze dell’ottavo piano del Padiglione Polichirurgico; adeguare i servizi igienici dell’ottavo piano; installare l’impianto tv; eseguite opere da serramentista con l’installazione di nuove compartimentazioni in alluminio; realizzare un nuovo impianto di rete dati per il quarto piano del Padiglione Ogp; mettere a norma e potenziare l’impianto elettrico del quarto piano del Padiglione Ogp; realizzare le tinteggiature di questi due “nuovi” reparti.

Accoglienza malati no-Covid

Accanto a questi lavori sono state implementate diverse altre attività tra cui si possono ricordare: potenziamenti degli impianti di stoccaggio e distribuzione dei gas medicinali (nella fase più critica siamo arrivati a quadruplicare i consumi di ossigeno medicale); la plastificazione e apposizione di nuova cartellonistica; gestione degli impianti elevatori con fermate e impianti dedicati ai reparti Covid-19; apposizione di dispositivi in plexiglass vari per sportelli front office; apposizione di segnaletica varia per realizzare percorsi dedicati e barriere per il distanziamento sociale. «Ora siamo nella cosiddetta fase 2 e non ci fermiamo perché è importante continuare ad accogliere in sicurezza i malati “no Covid” – conclude l’ingegner Mastroianni -. Mi permetto di dire che in questa grande esperienza di dolore ho potuto anche constatare l’esperienza di un grande amore. L’amore per il proprio lavoro non solo di medici e infermieri ma anche dei “tecnici” e, non ultimi: degli elettricisti, degli idraulici, dei muratori che hanno permesso e tuttora permettono, insieme ai professionisti sanitari, di accogliere e curare al meglio i nostri pazienti».

Gioco di squadra vincente

Afferma il Direttore sanitario dell’Asst Valle Olona, Paola Giuliani: «Senza l’unità operativa complessa Tecnico patrimoniale i nostri medici e i nostri professionisti sanitari non avrebbero potuto operare in sicurezza. Il lavoro dell’équipe condotta dall’ingegner Mastroianni ha reso possibile lavorando letteralmente giorno e notte, festivi e feriali, che fossero installate protezioni e tutele di spazi e strumenti fondamentali per la vita di pazienti e operatori. Grazie alla professionalità e all’intelligenza del cuore di tutto lo staff, in tempi rapidissimi abbiamo ribaltato gli ospedali per affrontare l’emergenza prima e per ripristinare oggi. Grazie ai tecnici e alle loro famiglie, il cui supporto ha permesso che avvenisse tutto ciò. Un grande gioco di squadra che ha vinto».

busto ospedali spazi covid – MALPENSA24