Raggiro milionario a Busto, condanne da 5 a 2 anni. Risarcimento da 670mila euro

Nella foto il giudice del Tribunale di Busto Daniela Frattini

BUSTO ARSIZIO – Sono stati condannati in primo grado rispettivamente a 5 anni e 5 mesi (con 1600 euro di multa), Gioacchino Fera, 53 anni, residente a Varese, infermiere, e a 2 anni e 5 mesi (con 500 euro di multa) ìper Andrea Luraschi, 34 anni, di Venegono Superiore, architetto, e 2 anni e 300 euro di multa per Giuseppe Santuccione, residente a Cepagatti in provincia di Pescara, operaio. L’accusa aveva chiesto 4 anni e 6 per Fera, 3 anni e 4 per Luraschi e 2 anni per Santuccione.

Raggiro da due milioni

I tre erano accusati di circonvenzione di incapace ai danni di due donne ultracinquantenni sole e fragili, una di Busto Arsizio l’altra di Induno Olona, e di averle complessivamente spogliate, tra raggiri e promesse di matrimonio, di circa due milioni di euro tra beni mobili ed immobili. Il giudice del Tribunale di Busto Arsizio in conformazione monocratica Daniela Frattini oggi, lunedì 18 marzo, nel pronunciare il verdetto per il solo Luraschi ha riqualificato il capo di imputazione in truffa.

Maxi risarcimento

Il giudice ha inoltre disposto un maxi risarcimento che complessivamente arriva a quasi 700mila euro. Nello specifico il giudice ha assegnato un risarcimento del danno pari a 423 mila euro nei confronti della vittima bustocca, e di 250mila euro nei confronti dell’indunese. I tre imputati hanno sempre rigettato gli addebiti dichiarandosi innocenti.

Le difese

Fera ha sostenuto che i soldi ricevuti erano un prestito che avrebbe iniziato a restituire se non fosse stato arrestato nell’agosto scorso. Luraschi ha sostenuto di non aver mai contratto debiti con nessuno e di aver pattuito di realizzare dei lavori per le vittime (venendo pagato) in parti eseguiti e in parte mai iniziati per decisione della committenza. Santuccione stesso ha spiegato di non aver mai avuto nulla a che fare con i raggiri. Le difese hanno tutte sottolineato che la circonvenzione di incapace si basa su di un deficit che rende la vittima suggestionabile. Deficit qui mai accertato in assenza di perizie. Il giudice ha deciso diversamente. Scontato per tutti e tre gli imputati il ricorso in Appello una volta depositate le motivazioni della sentenza.

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