Cerro, morte sorelle Agrati: via alla nuova perizia sul rogo. Da oggi consulenti in via Roma

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CERRO MAGGIORE – Sono iniziati oggi, martedì 13 luglio, i lavori peritali che dovranno ricostruire come sia divampato l’incendio che nella notte tra il 12 e il 13 aprile del 2015 non lasciò scampo alle sorelle Carla e Maria Agrati uccidendole nella loro abitazione al civico 33 di via Roma a Cerro Maggiore. Per quelle due morti siede come imputato, davanti alla Corte d’Assise presieduta da Daniela Frattini (Marco Montanari a latere) Giuseppe Agrati, fratello delle due vittime, accusato di omicidio volontario.

Nuova perizia ordinata dalla Corte

La perizia integrativa «E’ stata disposta dalla Corte – spiega l’avvocato Giuseppe Lauria, a capo del collegio difensivo – Così come la perizia psichiatrica  a carico del nostro assistito per accertarne la capacità di intendere e di volere. Non ci siamo minimamente opposti a questa decisione; anzi che il presidente della Corte d’Assise voglia accertare l’accaduto al di là di ogni ragionevole dubbio ci lascia ben sperare. Del resto – aggiunge il legale – Se i precedenti accertamenti dell’accusa avessero ricostruito cause e dinamica dell’incendio con assoluta certezza saremmo, a questo punto, già arrivati ad una sentenza». I periti nominati dalla procura generale hanno parlato prima di due, poi di tre inneschi, non rilevando, come ha sottolineato Lauria in aula, che in uno dei punti dove sono stati eseguiti gli accertamenti c’era il corpo carbonizzato di una delle due sorelle.

Fu un incidente

La difesa ha sempre sostenuto l’ipotesi «Del tutto accidentale per il rogo – aggiunge Lauria – Di questo siamo assolutamente certi e lo sono i nostri consulenti ascoltati in aula prima che la Corte ordinasse l’integrazione di perizia. E del resto ipotizzare un piano così macchinoso e surreale per uccidere qualcuno è oltre l’umana immaginazione. E non si parli di movente economico: il mio assistito, negli anni successivi il fatto (prima dell’arresto nel novembre 2019) ha vissuto in un appartamento non ammobiliato. Ricordo il giorno che ci siamo entrati: c’era addirittura un fornelletto da cucina poggiato su una sedia. Non proprio la dimora di qualcuno che brama lusso e denaro. Aggiungo che al termine della sua deposizione Eugenio Agrati, fratello di vittime e imputato, disse al mio assistito: “Giuseppe io per te ci sono sempre”. Di fatto è lui che provvede al sostentamento del congiunto. Se davvero lo credesse l’assassino delle sorelle si comporterebbe così?». E’ vero che dopo l’incendio fatale la disponibilità economica dell’imputato passò da 83mila a 412mila euro.

Il 16 ottobre relazione in aula

Lauria in aula aveva però ribattuto chiedendo nuove indagini patrimoniali a carico dei nipoti, della cognata e dell’altro fratello delle due vittime rilevando anche anomalie nella suddivisione di parte dell’eredità. Anomalie che avrebbero danneggiato il solo imputato. La strategia difensiva per smontare il movente economico mira a dimostrare che furono altri i famigliari (e non l’imputato) a mostrarsi particolarmente interessati alla spartizione del patrimonio dopo la morte delle due sorelle. L’esito dei lavori peritali partiti oggi, presenti nell’abitazione di via Roma ingegneri e consulenti nominati dalla Corte, vigili del fuoco e carabinieri, potrebbe portare all’esito definitivo del processo. In due mesi i periti nominati dal tribunale dovranno completare gli accertamenti: il 16 ottobre relazioneranno in aula sia per quanto riguarda “cause e dinamica” dell’incendio che sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato. 

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