Confesercenti Varese: «Negozi e ristoranti vuoti, la variante Omicron ci affonda»

VARESE – L’allarme di Confesercenti Varese per la situazione di commercio, turismo e pubblici esercizi. “Omicron ci affonda”. Sono radicalmente mutate nell’ultimo mese le prospettive del settore: negozi e pubblici esercizi vuoti, in quello che è un “lockdown di fatto” e che impone, secondo l’associazione di categoria presieduta da Romana Dell’Erba, di «prorogare sostegni a imprese a partire da lavoro e decreto Liquidità».

“Lockdown di fatto”

«Nell’ultimo mese, le prospettive delle imprese del turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate. E se l’autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l’arrivo dell’inverno ha purtroppo segnato una netta inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni, l’aumento dei contagi ha portato ad un “lockdown di fatto”, anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività dei tre settori». A lanciare l’allarme è Confesercenti. «La paura frena la spesa delle famiglie. Il riacutizzarsi della pandemia ha avuto un impatto generalizzato sulle modalità di consumo degli italiani.

Ristoranti vuoti

A farne le spese sono soprattutto pubblici esercizi, commercio e turismo: il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali. Il 32% – un italiano su tre – ha invece rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata. Una quota identica – sempre il 32% – ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti».

I saldi non decollano

Lo conferma anche l’andamento dei saldi di fine stagione appena partiti: le vendite, dai dati forniti da Confesercenti, «hanno rallentato fino quasi allo stop, e calcoliamo che già circa un milione di clienti abbia rinunciato a fare shopping per paura dei contagi. E anche chi lo fa lo stesso adotta comportamenti più prudenti: il 25% non entra nei negozi se vede troppe persone, e preferisce fare la fila fuori dai punti vendita». Altri problemi sono legati all’aumento dei dipendenti in smart working, che penalizzano i pubblici esercizi nei centri città e nei quartieri di uffici, e l’impatto sul turismo e sugli eventi, che ha riportato il settore nel pieno della crisi.

«Agire subito»

«Il quadro previsionale che era stato previsto con la Legge di Bilancio si è radicalmente modificato – spiegano da Confesercenti – l’aumento dei contagi ha creato un clima di sfiducia che sta frenando i consumi delle famiglie. Un problema soprattutto per le piccole e piccolissime imprese italiane del turismo, della ristorazione, del commercio e dei servizi. Così si rischia di mettere la parola fine alla ripresa. Bisogna intervenire al più presto, con misure adeguate a tutelare l’attività ed il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali Covid e dell’esenzione del pagamento del canone unico per le attività commerciali almeno fino al 30 giugno 2022. Ma occorre dare continuità anche alle misure per il credito previste dal DL Liquidità, che ha messo a disposizione delle imprese circa 169 miliardi di euro di finanziamenti».

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