«Dateci i laboratori»: studenti in rivolta, al Verri di Busto scatta l’occupazione

BUSTO ARSIZIO – Dopo lo sciopero, l’occupazione. All’istituto professionale “Verri” di Busto la rivolta degli studenti fa un “upgrade”, dopo che «le promesse della Dirigenza sull’avvio delle attività di laboratorio non sono state mantenute», come rivelano i ragazzi, a un mese dalla prima “ondata” di proteste. Da questa mattina, 23 novembre, gli studenti si sono rifiutati di entrare in aula e hanno occupato i corridoi, esponendo striscioni e cantando cori da stadio.

L’occupazione

Un’occupazione «a oltranza», solo in orario scolastico, che riprenderà domani mattina e proseguirà fino a quando non saranno arrivate risposte certe. Anche perché la Dirigente, attesa ad un faccia a faccia con gli studenti alle 13.30 di oggi, al termine della giornata di proteste, non si sarebbe presentata al confronto. Un mese fa, dopo tre giorni di sciopero a oltranza, i ragazzi erano rientrati in classe con la promessa di una riapertura dei laboratori da lì a pochi giorni. Ma da allora poco è cambiato.

La situazione

Le palestre, che erano rimaste chiuse dai tempi del Covid, sono state riaperte, ma la situazione dei laboratori è ancora critica. Quello di sala bar è stato riattivato, ma poi chiuso per manutenzione, mentre quello di cucina e accoglienza non è mai ripartito. Troppo poco rispetto alle aspettative. «I ragazzi sono stanchi – spiega un genitore, che sostiene la rivolta – in quell’istituto la gran parte dell’attività didattica è legata ai laboratori. Chi frequenta la seconda deve scegliere l’indirizzo per il terzo anno: come fa se non svolge attività di laboratorio?».

La lettera al Ministero

Per rappresentare la «gravosa situazione» del “Verri”, i rappresentanti degli alunni dell’istituto hanno anche scritto una lettera al Ministero dell’Istruzione: «Nel nostro istituto ci viene impedito da ormai molti mesi di svolgere attività pratica delle materie di indirizzo – scrivono – da marzo 2021 non solo a noi alunni, ma anche ai nostri docenti, che si sentono sviliti e sottovalutati, è stato impedito lo svolgimento di attività di esercitazione pratica legate ai vari indirizzi di studio (sala, enogastronomia ed accoglienza turistica). Tutto ciò rappresenta un grave disagio a livello formativo, nonché un forte svantaggio rispetto ad altre scuole simili alla nostra, presenti sul territorio». Ecco perché al ministro rivolgono l’appello a «intervenire quanto prima al fine di migliorare la situazione per consentire il regolare percorso scolastico di ciascuna categoria».

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