Daverio, Colombo: «O i sindaci della Valbossa fanno squadra o addio Pnrr»

DAVERIO – «Siamo piccoli. Da soli non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo unire le forze e mettere in campo progetti condivisi per porrtare a casa le risorse messe a disposizione dal Pnrr». Questo il ragionamento che sta alla base dell’idea di “Valbossa metropolitana”, provocazione lanciata in campagna elettore da Marco Colombo, e rilanciata anche ora, dopo che ha vinto ed è da tre mesi sindaco. Insomma, basta coltivare il proprio orticello, «serve un lavoro di squadra per far crescere tutto il territorio.

Marco Colombo, qual è bilancio di questi primi mesi da sindaco?
«Molto buono. Sono stati dei mesi importanti e produttivi sotto molti punti di vista. Mi ha aiutato molto l’aver puntato su una squadra efficiente e molto presente. Lo spirito di collaborazione dimostrato da assessori e consiglieri poi mi sta dando una grande aiuto».

Lei ha coniato lo slogan “Valbossa metropolitana”: un’esagerazione elettorale, oppure un modo per stimolare le leve di dialogo e collaborazione con i Comuni vicini?
«La “Valbossa metropolitana” è uno dei punti cardine della mia campagna elettorale. Mi rendo conto che abbinare il termine “metropolitana” alle nostre realtà territoriali potrebbe essere fuorviante. Ma quel che conta è il concetto di andare oltre i confini del singolo paese per mettere in campo progetti condivisi. Ad esempio, è appena nato il “distretto del commercio”, oppure penso al progetto dell’Ecomuseo delle Valli Viscontee e alle possibili ricadute turistiche o in termini di sostenibilità ecologica. Insomma, “metropolitana” non è un riferimento alle dimensioni delle nostre realtà, ma alla grandezza di collaborazione necessaria per realizzare progetti utili al nostro territorio».

Quali sono le aspettative di Daverio sul Pnrr?
«Io, a differenza di altri miei colleghi sindaci, sono dell’idea che il Pnrr avrà maggiore incisività su progetti sovraccomunali, poiché i limiti sia a livello di struttura dei bandi europei, sia a livello numerico di abitanti dei piccoli Comuni, non permettono a noi di partecipare singolarmente a queste opportunità. La vera chiave per poter accedere a questi bandi è il gioco di squadra fra comuni. E’ dunque importante avere una visione prospettica su un’area omogenea piuttosto che ragionare per piccoli territori che poi si troverebbero in difficoltà a gestire bandi e risorse».

In consiglio siedono due ex sindaci che hanno amministrato Daverio negli ultimi anni. Come sono i rapporti personali Pensa di coinvolgerli in eventuali progetti futuri?
«Noi stiamo lavorando con la massima trasparenza, cercando di avviare un dialogo con tutti i consiglieri eletti. Il confronto è sempre aperto e costruttivo. Detto questo è chiaro che se i daveriesi ci hanno votato e perché vogliono veder attuato il nostro programma e non quello degli ex sindaci».

Guardando al passato, dei progetti realizzati da Tognola e Martino, potendo, quale cambierebbe?
«Le rispondo facendole un esempio molto preciso. Avendo notato un calo demografico nella città di Daverio io, con lungimiranza, avrei realizzato un centro diurno per anziani dove ora c’è il nido. Mentre avrei previsto nido e sezione primavera nell’ampliamento della scuola materna. Questo perché la popolazione del nostro comune negli ultimi vent’anni è estremamente invecchiata, quindi questo servizio si rende necessario. Sarebbe stato meglio prevederlo prima».

Sempre parlando di amministrazioni passate, Tognola ha lasciato in eredità il Central Park”. Qual è la sua posizione sulla Trascaina?
«Il “Central Park” c’è. Ora bisogna coniugare la qualità ambientale al tema della sicurezza dell’area. Non possiamo permettere che questo polmone verde diventi una zona incontrollata, poco vissuta dai cittadini e esposta al rischio degrado. Per questo lavoreremo per migliorare l’accesso e la fruibilità».

Un’ultima domanda. Lei è anche un punto di riferimento del Progetto Civico in Provincia di Varese. Cosa resta di quell’operazione politica ora che avete un solo consigliere eletto e non decisivo?
«Il Progetto Civico è senza ombra di dubbio un’interessante operazione orizzontale. Non c’era stata un’organizzazione verticistica ma una voglia di collaborazione tra amministratori creando un’opportunità di dialogo a chi non si riconosceva sotto una bandiera politica e soprattutto partitica. Il dialogo ora si sta ampliando con tutto il mondo civico per avere la capacità di interagire con l’ente in modo propositivo e collaborativo».

Alessandro Gabri