Fagnano, fine corsa per il vicesindaco Stevenazzi. Per la Giunta serve un miracolo

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FAGNANO OLONA – Fine corsa. Per il vicesindaco Piera Stevenazzi e l’assessore al Bilancio Monica Conte. Dopo le dimissioni di Gabriele Moltrasi e di Fausto Bossi, altri due pezzi della giunta Catelli sembrano ormai avere il destino segnato. Il loro addio, per ora solo nell’aria, però non sarà determinato da dimissioni. Piuttosto sembrerebbe rientrare nel più ampio discorso di un rimpasto che, più passano le ore, più assomiglia a un tiro alla fune. Tra chi ha ha messo sul tavolo l’ipotesi di mettere in campo due assessori esterni, ovvero il primo cittadino e chi invece non si sposta dal rivendicare due posizioni di bandiera (e il vicesindaco), ovvero Forza Italia. Sta di fatto che la corda è tesa, come il clima dentro il centrodestra di Fagnano, al punto che, se qualcuno non allenta la presa, andrà a finire che si spezza.

Braccio di ferro

Le parti, sindaco e Forza Italia, si erano incontrate qualche giorno fa, lasciate con l’intento di riflettere sulle proposte messe sul tavolo e con l’obiettivo di ritrovarsi. E la speranza che qualcuno avesse smussato qualche spigolo, al fine di far combaciare le volontà di tutti e trovare la quadra e la squadra.

E dopo quell’incontro, chi in maggioranza ha conservato un pizzico di diplomazia, dicono i ben informati, ha lavorato per tessere e cucire un accordo che “sembrava cosa fatta” e che accontentava Lega e Forza Italia. Ma che non era né gradito e neppure condiviso da tutti. Tanto che, ieri sera, venerdì 22 maggio, dopo l’ennesimo incontro in cui berluscones e primo cittadino si sono parlati, è arrivata la conferma che la situazione in Più Fagnano è un po’ come canta la Bertè. Ovvero: in alto mare. Insomma nulla di nuovo sotto il cielo burrascoso del Castello. Dove la maggioranza resta impantanata nel campo delle cinque pertiche, alle prese con un rimpasto che è sempre più una coperta corta: ovunque la si tira lascia scoperto e scontento qualcuno.

Un passo avanti. Ma non decisivo

Qualcosa però si è mosso. Nel senso che Elena Catelli non ha fatto un piega sulla volontà di puntare su due assessori esterni. Ha invece lasciato intendere (per la prima volta) la disponibilità a cambiare l’assessore al Bilancio (che da tecnica ha svolto senza sbavature il suo compito, ma politicamente zero come peso in quanto già di nomina esterna) e anche il fedelissimo vicesindaco Piera Stevenazzi. La quale, per devozione al primo cittadino, avrebbe già risposto con un garibaldino “Obbedisco!“. Insomma la donna che più è stata vicina ad Elena Catelli in questo travagliato anno è pronta, come tra l’altro più volte chiesto anche da Forza Italia, a fare un passo indietro. Se così fosse, quindi i posti messi in gioco diventano 4. Sempre troppo pochi per accontentare tutti.

Resiste Claudia Guaglianone di Fratelli d’Italia. Nella giunta (da quando hanno lasciato Moltrasi e Bossi) tutta al femminile e con (incredibile!) il problema delle quote azzurre (intese come genere maschile e non come Forza Italia ndr), la giovanissima meloniana ha il mandato di non mollare per nessuna ragione al mondo. Poiché una volta fuori, alto è il rischio di non rientrare e lasciare i Fratelli fagnanesi a bocca asciutta.

Un rompicapo di difficile soluzione

Insomma, mettere insieme una giunta al Castello sta diventando un rompicapo. Poiché ci sono più rivendicazioni che posti disponibili, se si tiene conto poi, che un paio di caselle potrebbero essere occupate da due cavalli di ritorno: ovvero proprio i dimissionari Fausto Bossi e Gabriele Moltrasi, speranzosi di rientrare magari con deleghe differenti assegnate. Ma se così fosse, più che un rimpasto sarebbe una burla. Per almeno due motivi: il troppo tempo perso, visto che si concretizzerebbe lo schema che il sindaco propone da quando ha annunciato la volontà di cambiare la squadra, ovvero Più Fagnano ci ha messo mesi, litigi, crisi isteriche e magre figure per fare ora ciò che avrebbe potuto concretizzare a ottobre scorso. E la seconda ragione è che l’operazione assumerebbe sembianze gattopardesche, ovvero cambiare tutto per non cambiare nulla. Al Castello di Fagnano, mica nel Regno delle due Sicilie del Don Fabrizio da Salina di Tomasi da Lampedusa.

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