Ferno, Cerutti contro Fratelli d’Italia: «Ha tre indagati. Non doveva presentarsi»

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FERNO – «I tre indagati fanno parte tutti dello stesso partito. Partito che non avrebbe dovuto presentarsi alle elezioni». Una pesante stoccata a Fratelli d’Italia. Così il candidato sindaco Mauro Cerutti (Cerutti per Ferno) ha chiuso – e infiammato – un confronto a quattro fin troppo istituzionale, ieri 6 giugno. Un dibattito, l’ultimo, affrontato da Sarah Foti (Un’idea per Ferno), Orlando Marmo (Cambiare Ferno), Ponziano Sabetti (Ferno Attiva) e Cerutti. Sul tavolo, quattro macro-temi: il futuro di Malpensa, la rinascita dell’ex Manifattura, il rilancio dell’aggregazione e la legalità. Stessi obiettivi, percorsi differenti. E se per (quasi) tutti gli argomenti ci si è limitato a un botta e risposta, quando si tocca la questione legalità qualcosa si accende. E si è acceso: dalla panoramica della situazione attuale, alle mosse per garantire un futuro trasparente.

La legalità, Ferno oggi

Oggi, Ferno sta affrontando un momento spinoso. Il riferimento va al sindaco uscente Filippo Gesualdi, accusato di presunto scambio elettorale politico-mafioso. Ecco allora che dal pubblico c’è chi chiede chiarimenti sulle posizioni dei candidati sindaci, soprattutto di chi è ancora parte dell’attuale maggioranza. Al centro, le già avanzate richieste di dimissioni nei confronti del primo cittadino. «Non spettava a noi giudicare o forzare la mano – ha detto Cerutti – e solo lui poteva decidere. Ha dato delle garanzie». Ma con affondo tutto politico nei confronti di Fratelli d’Italia, partito di Gesualdi e «degli altri indagati: quindi, il partito non avrebbe dovuto presentarsi alle elezioni». Dall’altra parte, Foti: «C’è una tesi accusatoria, nulla è comprovato. E il sindaco non ha ritenuto di doversi dimettere perché ha sempre manifestato la sua estraneità ai fatti. Avrà modo di spiegarsi nelle sedi opportune». Inoltre, ha aggiunto, «ha fatto una scelta di responsabilità, ritenendo di essere innocente, ha evitato che il Comune venisse commissariato». Più tagliente, Marmo: «Cinque anni fa avete vinto con poco scarto: senza quei voti sareste al governo?». Fino a Sabetti, chiaro: «Crediamo sia stato fatto un danno al paese, per una questione di immagine e credibilità. Per questo la richiesta di dimissioni ci stava».

E Ferno domani?

Che poi il fine sia garantire una Ferno limpida, tutti d’accordo. «Il pubblico lavoro di un amministratore deve essere il più trasparente possibile. Un sindaco che può guardare negli occhi i cittadini è una garanzia che il suo lavoro non devia dall’interesse comune», ha sottolineato Cerutti. Così Foti: «Per noi è un impegno primario: onestà e trasparenza sono garantiti fin da subito, per questo abbiamo deciso di svelare subito i componenti della giunta in caso di vittoria. Il nostro lavoro partirà dalle scuole». Per Marmo la direzione da prendere è «per il bene del paese, con una squadra che non ha intenzione di uscire dai binari della legalità». Sabetti punta sulla «difesa della cultura della legalità trasversale», concentrandosi sul «senso di giustizia come garanzia di fare il bene e non come una punizione” e sulla “lotta alla paura, tradotta in una trasparenza di tutte le attività amministrative».

Muro Fratelli d’Italia

Chiamato in causa, arriva subito la replica di Fratelli d’Italia. Tocca al presidente di circolo di Lonate Pozzolo, Francesco Carbone: «Quello che ha detto Cerutti è estremamente grave». Con questo intervento «ha diffamato tutto il partito e i candidati di FdI a Ferno, che sono persone oneste con una famiglia e una storia personale ottima». Insomma, «non meritano queste generalizzazioni». Fino alla stoccata a Cerutti: «Ha sempre dichiarato la sua vicinanza – e appartenenza – a Forza Italia, un partito che ha visto indagini e arresti a tutti i livelli politici». Un modo per dire che «FI non si è mai sottratta a partecipare, coi propri candidati, alle elezioni: ed è fattibile». E ancora: «Si è fatto promotore di solidarietà verso Gesualdi, è stato il suo vicesindaco per cinque anni e ora spara a zero: si contraddice». E conclude: «Lui non accetta la possibilità di fare andare avanti gli altri. Ha dato tanto per Ferno, lo riconosco, però ora il paese deve cambiare passo e lasciare spazio a candidati più forti e dinamici. Come Sarah Foti, che è il volto del vero centrodestra».

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