BUSTO ARSIZIO – Ascoltare molto, saper tacere e stare lontani dai pettegolezzi. Sono queste le regole per una lunga vita secondo Fiumina Dal Molin, ospite della Provvidenza che ieri, giovedì 12 settembre, ha compiuto cento anni. A festeggiare Elena, come è stata soprannominata, alla casa di riposo di Busto Arsizio c’erano parenti, amici, monsignor Claudio Livetti e il sindaco Emanuele Antonelli, che le ha consegnato gli omaggi della città.
Dopo il matrimonio ha smesso di ballare
«Penso sempre a voi», ha detto rivolgendosi ai presenti in sala Fiumina, che per l’occasione ha messo su carta alcune righe «scritte con il cuore» per raccontare la sua biografia. Con sei sorelle e un fratello, Lucio, è nata a Marostica cento anni fa e si è trasferita a Busto nel 1937, quando per lavoro il padre Egisto si è trasferito con la famiglia nel luogo dove viveva il fratello. Una volta in città, Elena ha lavorato prima in un maglificio e poi a lungo come portinaia di un condominio. Tra le sue passioni c’è senza dubbio la musica: «Mi piaceva ballare ma ho smesso dopo il matrimonio, mio marito non voleva. È stato giusto fare così, andavamo d’accordo e ci volevamo molto bene».
Tra i vari doni portati da Antonelli c’erano un omaggio floreale, un’immagine della città e una targa. «Lei, con la memoria storica che ha, può raccontare ciò che vuole. Quanti sindaci ha visto?» ha esordito il sindaco. «La maggior parte delle centenarie sono donne. Molto più forti degli uomini, sono 55 dei 60 centenari presenti sul territorio, e sono donne in gamba come lei».
Sono seguiti i balli e la torta di compleanno: «Alla Provvidenza mi trovo bene molto bene, e sono contenta di essere qui. La dottoressa che mi segue è molto brava», ha commentato Fiumina. Interrogata su quale sia il segreto di lunga vita, la risposta è stata «ascoltare molto e tacere: pettegolezzi non ne voglio, sto zitta e ascolto. E mi difendo quando è il momento giusto, quando tocca a me».
