Fuoco di fila di domande scomode alla candidata Toia dal Comitato Legalità

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LEGNANO – È stata appena candidata in via ufficiale e già deve rispondere a domande oltremodo scomode. Carolina Toia, a lungo “corteggiata” da una parte del centrodestra legnanese, è stata alfine designata per le Amministrative e per succedere a Gianbattista Fratus sulla poltrona di sindaco. La spartizione delle candidature nei comuni lombardi chiamati al voto ha premiato Fratelli d’Italia con Segrate mentre Legnano è toccata alla Lega, che ha sciolto ogni riserva sull’ex consigliere regionale della Lista Maroni, ora destinata a presentarsi agli elettori con una propria lista sostenuta dalla coalizione formata da Lega-Salvini Premier, Forza Italia e FdI. Domani la giovane avvocatessa legnanese si presenterà alla stampa, ma c’è già chi le rivolge i primi quesiti spinosi. Come l’ex consigliere comunale Daniele Berti, fra gli animatori del Comitato Legalità a Legnano e ora in forza alla lista civica di Legnano Cambia, che dal suo blog sottopone la neocandidata a un fuoco di fila di interrogativi.

Berti: «Perché ha ceduto alla corte della Lega?»

«Carolina – domanda Berti – il programma sarà la continuazione di quello di Fratus? Vorresti fare la nuova biblioteca nel parco Falcone e Borsellino? Perché non ti si è mai vista ad una manifestazione del Comitato Legalità? Non una parola sui tre condannati in primo grado: che grado di autonomia penserai di avere con la tua lista civica? La Lega ti ha scaricato brutalmente sia nel 2017 sia nel 2018, ora ti ama, ami anche tu loro? Lo sai che sono gli stessi di prima, lo sai che Fratus è sempre responsabile provinciale, e sai anche che il referente cittadino è lo stesso che voleva piazzare la moglie in qualche angolo di municipalizzata perché la si poteva manipolare a piacere?». Il fuoco di fila prosegue con questioni spinose come via Cavallotti e le Fondazioni Palio e Cultura, «due buchi neri che hanno contribuito a far saltare la giunta precedente». Ancora, «con la crisi in atto, avrai due o tre cose da proporre? Sport e cultura saranno priorità o rimarranno nel limbo? Se invece perdessi le elezioni al ballottaggio, staresti comunque in Consiglio a lottare per le tue idee?». Infine, un interrogativo polemico anche agli altri 6 candidati a sindaco: «Perché non fare fronte unico per giocarsela sul serio? Si può risolvere in due giorni, trovando un candidato accettato da tutti, per il bene comune».

Guarnieri: «Dietro la sua maschera i soliti poteri»

Il presidente del Comitato Legalità, Antonio Guarnieri, a capo di Legnano Cambia, sottolinea come «i partiti del centrodestra non hanno mai, a nessun livello, preso le distanze dalla condotta dell’ex sindaco e dei suoi fedelissimi ex assessori. Non una parola di scuse rivolta ai cittadini o di commento critico riguardo le intercettazioni che hanno evidenziato in modo inequivocabile un sistema amministrativo moralmente ed eticamente vergognoso, confermato peraltro dalla condanna penale in primo grado dei protagonisti. È in corso – accusa Guarnieri – un progetto che ha come palese obiettivo la vanificazione delle battaglie del Comitato Legalità. Partendo dal folle presupposto che nulla di sbagliato sia stato fatto, si sta tentando di cancellare l’azione politica dei consiglieri dimissionari, di far dimenticare il lungo e drammatico percorso della giustizia amministrativa che ha confermato senza alcun dubbio le nostre ragioni e di cavalcare strumentalmente l’ipergarantismo per affermare che tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio. Chi sceglie deliberatamente di rappresentare persone simili con idee e progetti simili, senza mai esprimersi criticamente in merito, ne condivide inevitabilmente gli obiettivi e le modalità diventando parte integrante di questo “comitato d’affari”. Non possiamo assistere passivamente – conclude – alla presa della città da parte di coloro che abbiamo sconfitto e ora preparano la rivincita dietro una mascherina accattivante. Denunciamo pertanto all’opinione pubblica la macchinazione in atto per turlupinare e incantare i legnanesi».

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