Stile e opere di Guido Morselli, Linda Terziroli racconta lo scrittore a BA Cultura

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BUSTO ARSIZIO – «Guido Morselli ricordava un po’ Gabriele D’Annunzio, in particolare nella prosa, dalla quale si è poi affrancato; ma aveva anche una volontà di non mostrarsi, era schivo. Affrontando la biografia di qualcuno che non voleva essere conosciuto, ed è scomparso per sua mano, gli ho fatto un torto». Nella serata di ieri, lunedì 27 luglio, Linda Terziroli ha presentato alla biblioteca comunale di Busto “Un pacchetto di Gauloises”, libro dedicato all’autore di “Dissipatio H.G.”; introdotta dalla vicesindaco Manuela Maffioli, la docente e giornalista di Varese ne ha ripercorso vita e opere dialogando con l’editore Cristina Toffolo De Piante.

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La capacità profetiche

«Le città deserte e gli aeroporti chiusi hanno ricordato a molti l’umanità scomparsa di “Dissipatio H.G.”», ha osservato Terziroli a proposito del lockdown imposto dall’emergenza Covid. «Ma, guardando alle dimissioni di Benedetto XIV nel 2013, Guido Morselli ha dimostrato grandi capacità profetiche anche con i racconti “Il grande incontro” e “Roma senza papa”». Lo stile a volte ostico dello scrittore varesino l’ha reso un long seller: «Non è stato facile fondare nel 2008 il premio letterario a lui intitolato: un’idea, nata da una boutade detta in auto, che poteva venire in mente solo a due pazzi come me e Silvio Raffo. Ne è nata una strana creatura che ci ha accompagnato per dieci anni, permettendoci di raccogliere molto materiale; è però impossibile scrivere una biografia che sia assolutamente fedele e completa».

La ragazza dall’occhio nero

L’indagine compiuta da Linda su Guido, tra lettere scritte al Comune di Gavirate e incontri con le persone che lo conobbero, come il fratello Mario trasferitosi nel Vermont, ne hanno messo in luce innumerevoli aneddoti, a cominciare dalla sua immagine di dandy. Alla continua ricerca di attenzioni femminili a causa della perdita precoce della madre, furono le tante porte ricevute in faccia come scrittore e l’aggiungersi di una sofferenza fisica a spingerlo verso la sua “ragazza dall’occhio nero”, la pistola Browning 7.65 con la quale decise di farla finita il 31 luglio 1973. «“Dissipatio H.G.” venne pubblicato postumo e anche questa situazione sembra rievocarlo: la sua prima edizione negli Stati Uniti nasce orfana a causa della scomparsa ad aprile di Frederika Randall, la sua traduttrice ufficiale. E l’inedito “Il grande incontro”, dopo le prime presentazioni, non ha incontrato il pubblico».

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L’incontro tra due anime affini

Ad avvicinare Terziroli, che a luglio ha pubblicato il thriller “La casa svedese” ed è tra gli autori della raccolta “Aut libri aut liberi”, all’amore per Guido Morselli è stato lo strano e un po’ claustrofobico triangolo descritto in “Un dramma borghese”, storia dalla quale è stato tratto un film di Florestano Vancini: «Avendo frequentato molte figure femminili, riesce a entrare in certe angolature del nostro animo. Mi piacciono di più i suoi romanzi sentimentali, legati agli amori giovanili». La conclusione è stata affidata a Raffo: come ha sottolineato lo scrittore e poeta varesino «“Un pacchetto di Gauloises” non è una biografia, ma è la storia di un incontro tra due anime affini. In questa provincia si parla molto di Piero Chiara, ma vale un milione di meno di Morselli. Due sono i punti più interessanti di quest’opera: la persona della quale parla e il modo in cui è avvenuto il contatto tra l’autrice e l’oggetto del suo studio».

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