I 100 anni di nonna Maria a Premezzo: «La festa? L’anno prossimo»

CAVARIA CON PREMEZZO – «Le gambe pesano a 100 anni, hanno fatto tanta strada, ma il cuore pensa già a festeggiare i 101»: con queste parole ieri, 26 giugno, nella sua casa di Premezzo nonna Maria Piantanida ha spento la candelina del centenario sulla torta di compleanno. L’emergenza Covid ha costretto a ridimensionare i propositi di celebrare con tutti i parenti, ma la signora, venuta al mondo negli anni dell’influenza spagnola, guarda già al prossimo traguardo: «Avrei voluto fare una grande festa con tutti i miei nipoti e familiari, ma il COVID ce lo ha impedito. Poco male, sono sicura che riusciremo a rifarci il prossimo anno». Per la serie, “100 anni e non sentirli”.

Da Vizzola a Somma a Premezzo

Nata il 26 giugno di 100 anni fa a Castelnovate di Vizzola Ticino, nonna Maria ha avuto una vita lunga e piena di soddisfazioni. Si è sposata subito dopo la guerra con il suo amato Marino, e, dopo aver vissuto qualche anno in Abruzzo con lui, impegnato nella costruzione di una diga idroelettrica, è rientrata a vivere a Somma Lombardo (prima alla diga di Porto della Torre e poi a Case Nuove), dove è rimasta fino al 2005, quando la delocalizzazione per Malpensa la ha costretta a trasferirsi a Cavaria con Premezzo. Ed è qui che ha festeggiato davanti ad una torta, commentando: «Ho ricevuto tanti fiori e regali, che mi hanno fatto sentire amata e tanto, tanto fortunata: ringrazio tutti coloro che hanno pensato a me in questi giorni».

La sua storia

Il 26 giugno del 1920 era un sabato, una giornata tumultuosa per l’Italia, interessata dalla rivolta dei Bersaglieri di Ancona, mentre Turati pronunciava il suo famoso discorso “Rifare l’Italia” davanti alla Camera dei Deputati. Quel giorno mamma Lucia Bolamperti, originaria di Oleggio, decise che era giunto il momento di dare alla luce la sua terzogenita, nonostante il difficile periodo, tra l’influenza spagnola e i postumi della I Guerra Mondiale, a cui suo marito Daniele Giovanni Garatti aveva preso parte, distinguendosi sul campo. La piccola Maria doveva essere una bimba vivace e fortunata, amata e coccolata da mamma e papà e dai suoi fratelli maggiori, Aldo e Regina (detta Ginetta). La vita scorreva serena e tranquilla a Castelnovate di Vizzola Ticino, prima della II Guerra Mondiale, l’evento che avrebbe sconvolto le vite di tutti in quel periodo, fatto di anni lunghi e difficili, tra dittatura e crisi economica.

Finita la guerra e ritrovato l’amore, rientrato dalla campagna di Grecia, Maria si è sposata con il suo adorato Marino Piantanida, suo coetaneo, trasferendosi poco dopo a Villetta Barrea (L’Aquila), dove il marito era impegnato con l’impresa Torno nella costruzione di un impianto idroelettrico. Conclusa l’esperienza abruzzese, Marino trovò lavoro presso la nuovissima centrale idroelettrica di Porto della Torre, a Somma Lombardo, costruita dalla Società Vizzola ed entrata in servizio nel 1955, al cui allestimento collaborò anche Giò Ponti. Maria e Marino abitarono lì sul fiume Ticino con le loro 3 figlie (Maria Grazia, Daniela e Luciana) fino al 1976, quando si trasferirono a Case Nuove, nella casa natale di lui. Maria ha abitato in quella casa, in via Leonardo da Vinci, fino al trasferimento a Premezzo di Cavaria, avvenuto a causa dei piani di delocalizzazione per Malpensa 2000. Da allora, nonna Maria abita felicemente con l’ultima figlia e la sua famiglia. Davanti alla torta, nonna Maria ha commentato: «Ho ricevuto tanti fiori e regali, che mi hanno fatto sentire amata e tanto, tanto fortunata: ringrazio tutti coloro che hanno pensato a me in questi giorni. Avrei voluto fare una grande festa con tutti i miei nipoti e familiari, ma il COVID ce lo ha impedito. Poco male, sono sicura che riusciremo a rifarci il prossimo anno, perché le mie gambe pesano a 100 anni, hanno fatto tanta strada, ma il mio cuore pensa già a festeggiare i 101!». Auguri nonna Maria, 100 di questi giorni!

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