«La gestione dell’emergenza Covid parta dalle scuole»: il piano di Progetto Cardano

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CARDANO AL CAMPO – I casi Covid continuano ad aumentare nella provincia di Varese. E anche a Cardano al Campo si registra un numero di positivi significativo, che arriva a contare 149 contagi totali. Un dato che ha spinto il consigliere di minoranza Michela Marchese (Progetto Cardano) a richiedere una Commissione consigliare congiunta, riunita ieri 4 novembre, per discutere della situazione in città. L’obiettivo era – ed è – mettere sul tavolo idee e spunti da entrambi i fronti per contrastare l’emergenza. Partendo dalla recente vicenda che ha coinvolto la scuola primaria Ada Negri, costretta a chiudere per un focolaio, Marchese ha puntualizzato sulla generale gestione scolastica. Fra i temi posti all’attenzione del sindaco Maurizio Colombo ci sono: il mancato utilizzo di una delle due sale mensa alle elementari («che potrebbe essere sfruttata per meglio suddividere le classi a pranzo», specifica Marchese), la sanificazione settimanale dei plessi scolastici e l’introduzione di test sierologici o tamponi per monitorare costantemente docenti, alunni e famiglie. Una serie di osservazioni prese in considerazione dal primo cittadino: «È mia intenzione riunire i capigruppo la settimana prossima per parlarne in maniera concreta».

Mensa, sanificazione e test

Marchese è partita dalla questione mense alla scuola Ada Negri. «Ci sono due sale su due piani differenti», ha spiegato. «Solo che una non è utilizzata e non sappiamo la ragione, probabilmente per mancanza di personale». E ha fatto notare come il momento mensa sia quello di più complicata gestione per gli insegnanti, «perché i bambini, a differenza di ciò che fanno in classe, tolgono la mascherina per mangiare e gli assembramenti sono più probabili». Al momento su due ore di pausa, vengono fatti due turni nella stessa sala, «ma se fossero sfruttate entrambe sarebbe più semplice suddividere le classi e prevenire i rischi».
Un altro tema riguarda le sanificazioni: «Finora sono state fatte solo in casi eccezionali, come il focolaio alle elementari», prosegue Marchese. Per il sindaco il problema è di carattere economico, perché «secondo il Miur la spesa ricadrebbe in tasca alla dirigenza scolastica, che al momento non può permettersela con una frequenza settimanale». Immediata la replica del consigliere: «I fondi non mancano, non credo che i cittadini abbiano problemi a vedere investiti i soldi per garantire la sicurezza degli ambienti».
Il terzo argomento affrontato riguarda la possibilità di fare test sierologici e tamponi. «Puntiamo ad un monitoraggio tempestivo sul personale scolastico e sulle famiglie», ha aggiunto Marchese. «E avere sotto controllo la situazione non solo a scuola, per capire se alunni o docenti sono positivi, ma anche i parenti. Soprattutto dopo aver notato l’effetto a domino di contagi che si crea partendo dalle scuole».

L’intervento di Cardano è

A dare man forte a Marchese erano presenti la capogruppo di “Cardano è”, Paola Torno, e il consigliere Massimo Poliseno. Che hanno avanzato ipotesi per affrontare la situazione. I principali sono: raccogliere le realtà di volontariato, sindacati dei pensionati e collaboratori per affiancare i servizi sociali, oltre ad aprire un dialogo coi medici di base. Non solo: «Si dovrebbero mappare i soggetti deboli, che non hanno un supporto famigliare e dare una mano ad affrontare le esigenze quotidiane: contattandoli telefonicamente e istituendo numeri verdi per supportarli psicologicamente». A questi si aggiungono supporti «per beni di prima necessità a chi probabilmente e tragicamente perderà il lavoro nelle prossime settimane».

Il sindaco ha aperto a un tavolo

Il sindaco aspettava l’uscita del Dpcm sulle zone rosse. E agire di conseguenza per preparare i prossimi passi da compiere nella gestione del virus a Cardano. In ogni caso ha aperto alla minoranza la possibilità di istituire un tavolo con i capigruppo per discutere nel dettaglio le idee insieme. «Intanto sono in corso tutti servizi per aiutare le persone», ha aggiunto. «Fortunatamente finora non ci sono state richieste urgenti, ma gli uffici sono sempre pronti per dare assistenza a chi ne avesse bisogno». E ha concluso: «Datemi qualche giorno per confrontare il documento che avete inviato, poi vedremo di affrontarlo in maniera più concreta».

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