Piano nazionale aeroporti, Legambiente: «Più cargo a Malpensa? Anche Enac ha dubbi»

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MALPENSA – «Anche Enac ha riconosciuto il ruolo discutibile che il cargo di Malpensa ha svolto per il sistema industriale Italia». A dirlo è Legambiente Gallarate leggendo le conclusioni della Proposta del Piano nazionale aeroportuali per cui ora si apre la fase delle osservazioni. 

Le conclusioni di Enac 

A conclusione del capitolo finale dedicato alla movimentazione cargo nel territorio nazionale si legge infatti che «il basso volume totale di merci processati in Italia è riconducibile a punti di debolezza quali la polarizzazione su soli due scali della quasi totalità delle tonnellate processate (nel 2019 Malpensa 52,6% e Fiumicino 18,3%), la scarsa previsione di infrastrutture cargo di prima e seconda linea, la bassa intermodalità dei nodi aeroportuali e la complessità dei processi di sdoganamento». Enac inoltre segnala le potenzialità di Brescia Montichiari («si trova al centro della Pianura Padana ed equidistante dai territori più produttivi del nostro Paese») e conclude sottolinenando che «lo sviluppo del trasporto aereo cargo a livello della media degli altri Paesi europei comparabili con la nostra produzione manifatturiera, sarebbe un elemento di forte riconciliazione con l’ambiente, perché eviterebbe un traffico su gomma di mezzi di dimensioni estremamente rilevanti, con effetti dannosi per l’ambiente di grande entità».

Le osservazioni di Legambiente 

Enac sostiene dunque che sia necessario avere più cargo in Italia, ma secondo Legambiente non a Malpensa, dove ce n’è già troppo e dove è in corso la procedura di Valutazione d’impatto ambientale del Masterplan che prevede l’ampliamento del sedime di 44 ettari proprio per fare spazio a ulteriore traffico merci. «Anche Enac – dicono gli ambientalisti – ha finalmente preso atto della dubbia funzionalità della collocazione geografica di Malpensa e che il trasporto delle merci italiane, da qui, comporta inevitabilmente un lungo viaggio verso nord,  il superamento del nodo di Milano ed i connessi problemi legati a tempo e carburante». E concludono: «Si chiede allora in quale rapporto siano il Pna e la Valutazione d’Impatto Ambientale, ora in corso, per l’ampliamento dell’area cargo di Malpensa, un ampliamento che comporta notevole consumo di suolo: 44 ettari di brughiera allo stato naturale, la più vasta brughiera a sud delle Alpi, area pregiata a fianco del fiume, all’interno del Parco Ticino.  Occorre che l’indirizzo espresso dal Pna possa incidere sulla conclusione della Via del Masterplan di Malpensa».

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