Marasma politico in provincia, tra lotte di potere e indagini senza fine

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La Provincia di Varese si ritrova nel mezzo di una turbolenza politica che, al di là degli sbocchi, testimonia come scenari e prospettive siano condizionati dal passaggio di un’altra turbelanza di origine giudiziaria, che ha appunto generato quella politica. Nulla di nuovo sotto il sole, si dirà. Era ed è abbastanza scontato che arresti e coinvolgimenti diretti e indiretti, veri o supposti dell’inchiesta Mensa dei poveri si intreccino con la normale attività amministrativa e, soprattutto, con i precari equilibri delle alleanze di centrodestra a Villa Recalcati, Busto Arsizio e Gallarate. E costituiscano il pretesto per aprire lotte di potere, dentro e fuori i partiti.

Un po’ quanto accaduto in Provincia con il rinnovo del Cda di Alfa, la società che gestisce il ciclo dell’acqua nel Varesotto. Accadimenti riportati nelle note di cronaca a firma di Andrea Della Bella, sullo sfondo dei quali si intravede il disagio di un sistema politico che fatica a stabilizzarsi e che, stando così le cose, non ha all’orizzonte una veloce e duratura stabilizzazione. Al contrario, annuncia ulteriori turbolenze che soltanto le elezioni e, quindi, la conta dei voti potranno sedare. Fino a quel momento risulta difficile una ricomposizione pacifica della situazione. Da destra a sinistra è un continuo accavallarsi di notizie e mutamenti di posizioni che fanno riferimento sì al contesto locale ma, prima ancora, a quello nazionale. Basti pensare a quanti e quali scombussolamenti porta con sé la nascita di Italia Viva dalle parti di Pd o, ancora, alla faticosa e nervosa navigazione di Forza Italia o di quel che rimane del partito berlusconiano.

Proprio i forzisti varesini sono oggi al centro di manovre esterne tese a destabilizzarli in modo definitivo all’indomani della sonora, pesante, forse irrimediabile batosta giudiziaria dei mesi scorsi. Che ha tolto loro le prime linee, lasciando il resto del partito in mezzo al guado, facile bersaglio degli avversari e finanche del fuoco amico. Ciò a dire che qualcuno sta sfilando loro la sedia di sotto le terga, per impossessarsene e marginalizzarli in modo definitivo. Né più né meno il tentativo messo in atto con il rinnovo dei vertici di Alfa, seppure con la scusa che i berlusconiani ne avevano combinate di cotte e di crude proprio in quella società.

A complicare il caso c’è l’inedito e sorprendente asse tra la Lega e il Pd proprio attorno alla questione di Alfa. Un’alleanza di circostanza, utile reciprocamente per occupare posti e mettere all’angolo i forzisti o, invece, qualcosa di clamoroso sotto il profilo politico? Probabilmente la prima delle ipotesi, benché in questo marasma non si possa né si debba escludere nulla. Compreso il fatto che l’obiettivo nascosto del Carroccio o, comunque, di parte di esso sia, guarda caso, il presidente della Provincia Emanuele Antonelli. Che ricopre pure l’incarico di sindaco di Busto Arsizio dove non sembra raccolga, per via del regime assolutista che va imponendo, unanimi simpatie. Per dirla in un altro modo, c’è chi gli darebbe volentieri il benservito.

Ma si sa come vanno certe faccende: ai piromani dentro i partiti corrispondono spesso altrettanti pompieri che, per le diverse ragioni e per i più disparati interessi, tendono a spegnere l’incendio. Anche se stavolta i pompieri dovranno fare i conti con l’incazzatura solenne di Forza Italia, pronta a mandare a carte a quarant’otto l’impianto politico provinciale e delle principali città, però al prezzo di un isolamento che farebbe il gioco della Lega. E i forzisti sanno bene che alzando l’asticella del conflitto finirebbero per pagare pegno più di quanto non abbiano sinora perduto sia come immagine sia come spazi effettivi di interlocuzione. Tradotto: rischierebbero di contare ancora meno di quanto già non contino oggi.

A fronte di tutto ciò non si possono dimenticare gli esisti e le eventuali conseguenze delle indagini della magistratura, che silente continua il proprio lavoro alla ricerca di conferme su certe dichiarazioni di indagati della Mensa dei poveri. Uccelli canterini che potrebbero aver aperto altri scenari giudiziari. Dove si andrà a parare? Chi lo può dire. Di sicuro c’è che in molti oggi avrebbero ragione di non dormire sonni tranquilli. Non lo diciamo noi, ma i verbali in circolazione degli interrogatori di politici che parlano appunto della politica e del sistema che l’ha sinora sostenuta nel Varesotto.

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