Ovadia si scusa per l’assenza a Gallarate: «Tradito dalla frizione della mia Volvo»

moni ovadia gallarate

GALLARATE – L’assenza di Moni Ovadia, ieri sera 29 luglio, in sala Dragoni a Gallarate a difesa dei Sinti, non è certamente passata inosservata. Il coordinamento di zona delle Acli, che insieme a numerose altre associazioni si oppongono allo sgombero del campo di via Lazzaretto, parla di «illazioni» comparse sulla stampa e sui social in merito alla defezione del noto attore di teatro. E’ lui stesso ora a rispondere con un comunicato allegato integralmente qui sotto:

«Ieri sera, alle ore 21 avrei dovuto presenziare ad un incontro che si è tenuto Alla Sala Dragoni, dell’Università del Melo in via Magenta a Gallarate. Il tema dell’incontro era: “Solidarietà con le famiglie della comunità Sinti sotto minaccia di sfratto”. Sarei arrivato in ritardo, per mia negligenza, e me ne scuso con tutte le persone convenute ma pensavo ugualmente di portare il mio contributo parlando a conclusione dell’evento, cosa che peraltro mi viene spesso chiesta anche quando arrivo in orario. Ma la sfortuna ha voluto che all’altezza di Legnano e a seguito di una lunga coda dovuta a restringimento della carreggiata, forse sollecitata dal continuo fermarsi e ripartire, la frizione della mia vettura, una Volvo del 2003, si è messa a fare le bizze e mi ha costretto a fermarmi. Ho chiamato mia moglie per soccorrermi e quando è arrivata, a quel punto si erano fatte le 11 e 30. Questi i fatti. Naturalmente, come accade sempre nel nostro Paese, i fatti non contano ma solo le speculazioni per trarre vantaggiucoli di risulta contro la causa dei diritti di una minoranza vessata, come nella fattispecie i Sinti. La causa di Rom e Sinti, fra quelle per le quali mi batto, per me ha una assoluta priorità. Io sono ebreo e per me sono fratelli che per secoli hanno subito con la mia gente lo stesso veleno dell’odio cieco. Oggi, loro, continuano a subirlo senza che ci siano istituzioni a difenderli dalla pandemia razzista propagata da politicastri di quart’ordine. Mai avrei inventato una scusa ridicola per non alzare la mia voce a loro sostegno, ma purtroppo esistono persone che vivono aspettando ogni occasione per vomitare calunnie sui cosiddetti social. Li compiango e auguro loro di trovare pace per spendere le loro energie per scopi più degni».

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