No all’ospedale unico Busto-Gallarate, sì a una struttura pubblica di eccellenza

gallarate dario terreni

La decisione di Regione Lombardia di costruire un nuovo ospedale unico Busto–Gallarate ha contribuito a destabilizzare le due realtà sanitarie attualmente esistenti.

Non si tratta di essere contro pregiudizialmente a questo progetto, ma è giusto e doveroso assumere un atteggiamento critico, costruttivo e propositivo, in quanto si tratta di un bene pubblico essenziale.

1) Le attuali due strutture funzionano e rispondono alle esigenze di una sanità pubblica moderna? Personalmente ritengo di sì.

Certo, si sono sviluppate negli anni adeguando strutture e attrezzature all’evoluzione dei nuovi bisogni sanitari. Tutto questo si è verificato attraverso ingenti investimenti pubblici che con la realizzazione del nuovo ospedale unico verrebbero vanificati, con una perdita di valore oggi difficilmente quantificabile.

Come si dice, si tratta di “Buttar via il bambino con l’acqua sporca”. La questione strutturale economico-finanziaria va attentamente rivalutata prima di dare avvio alla realizzazione dell’ospedale unico.

Alcuni dati ci possono aiutare a capire i valori in campo:

a) L’ospedale di Busto ha 75.000 metri quadri di superficie coperta, per un valore di bilancio pari a 75 milioni di euro. Quello di Gallarate ha 35.000 metri quadri di superficie coperta per un valore di 35 milioni di euro. Per un totale di 110.000 metri quadri e per un  valore complessivo di 110 milioni di euro.

b) A questi valori delle due strutture bisogna aggiungere i nuovi investimenti previsti per i prossimi anni , sino alla realizzazione del nuovo ospedale unico, che a mio avviso potrebbero ammontare a oltre 10 milioni di euro.

2) La nuova struttura dovrebbe sostituire totalmente le due esistenti e qualsiasi cittadino, imprenditore di “buon senso”, si dovrebbe porre il problema del “che fare” del patrimonio pubblico esistente. Questa domanda sul che fare delle due strutture non è provocatoria, ma sta alla base del vero problema politico, in quanto si tratta di avere una chiara visione di come utilizzare le due aree ospedaliere che oggi si trovano in posizioni strategiche sotto diversi profili (sanitario, economico, sociale, etc) in questi due Comuni della nostra Provincia, coprendo esigenze sanitarie pari almeno a 200.000 persone.

Il costo valutato e finanziato per questo progetto dalla Regione Lombardia, è di 300 milioni di euro, al netto di tutti gli altri costi per il trasferimento degli impianti, macchinari e strumenti. 

3) Proposta alternativa 

L’ipotesi oggi in campo del nuovo ospedale unico mi pare sbagliata sotto i diversi aspetti di carattere strutturale, economico e finanziario, di conseguenza richiede una revisione profonda a partire dalle problematiche sopra esposte.

L’alternativa è quella di prevedere l’investimento, più limitato nell’impegno finanziario e nelle dimensioni strutturali, ma finalizzato a una struttura sanitaria moderna ed efficiente di alta specializzazione, in grado di competere con le realtà sanitarie private, che hanno come obiettivo prioritario gli investimenti finalizzati alla massimizzazione degli utili.

Conclusioni

Prima di qualsiasi decisione finale, si tratta di definire un progetto che tenga conto delle due realtà esistenti, valutando anzitutto la loro storia e le loro attuali condizioni sanitarie, economico, finanziarie, patrimoniali e sociali. Non possiamo sbagliare un così cospicuo investimento per un progetto talmente importante come quello ospedaliero, in una situazione del Paese come quella odierna con limitate disponibilità finanziarie da finalizzare agli investimenti.

Dario Terreni

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