Nuova Marna a Sesto, le opposizioni: «Inopportuno dare gli incarichi agli amici»

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SESTO CALENDE – Finisce immediatamente al centro del dibattito del consiglio comunale di Sesto Calende l’incarico da 65mila euro per il collaudo statico della Nuova Marna affidato senza gara (lo prevede la legge) all’ex assessore Raffaele Bertona. E’ stata Insieme per Sesto a sollevare il tema. O almeno ci ha provato. Perché quando il consigliere Roberto Caielli ieri sera, 21 dicembre, ha sollevato l’argomento, è stato subito richiamato dal presidente dell’aula Alessandro Ceron, invitandolo a non sviare dall’ordine del giorno.

Ponzio Pilato

«Interrompere su questo punto è un dispiacere che fate a voi stessi», ha detto Caielli. Una risposta, seppur stringata, dal sindaco Giovanni Buzzi l’ha ottenuta, invitandolo a fare tutte le domande che ritiene opportune a chi ha dato l’incarico, «che non sono stato io». La determina infatti è firmata dal responsabile dell’Ufficio Urbanistica Emanuela Cornacchia. «E’ Natale, ma Ponzio Pilato va sempre di moda», scrive oggi Insieme per Sesto sulla sua pagina ufficiale nelle note a margine della seduta. E precisano: «Abbiamo semplicemente notato che era stato dato un incarico diretto senza spiegare il motivo della scelta. Abbiamo poi sottolineato come sia del tutto incomprensibile e illogico l’atto in cui si afferma che l’incarico è dato con “il criterio della migliore offerta” dal momento che l’offerta chiesta era una sola, quella di Bertona. Infatti la base indicata era 52mila euro più iva e l’incaricato ha offerto 52mila più iva, nemmeno un euro in meno per un caffè sospeso. E’ evidente che non è stato fatto l’interesse del Comune perché chiedere almeno tre offerte non costava nulla e avrebbe consentito un risparmio, magari minimo, oltre che più trasparenza».

L’incarico agli amici

Ancora più duro è il commento sulla vicenda apparso sulla pagina di Sesto 2030, seconda forza di opposizione: «Non capiamo come si possano fare scelte di questo tipo. Attenzione, non è in discussione la professionalità dell’ingegner Bertona, ma l’opportunità politica di questa scelta. Possibile che, tra tanti professionisti, si debba proprio dare l’incarico a un “amico”? Non sarebbe stato meglio dare maggiori garanzie ai cittadini, almeno chiedendo più preventivi? Questo, tra l’altro, avrebbe garantito un affidamento non “esattamente identico” alla base d’asta e quindi probabilmente più vantaggioso economicamente. Ricordiamoci che i soldi spesi sono quelli dei cittadini». E ancora: «Dare incarichi agli amici (neppure “amici degli amici”) noi lo leggiamo come un segnale di una certa “sfacciataggine” che ricorda che chi sta amministrando lo fa come vuole, senza pensare di dover render conto a qualcuno. Perché, lo sappiamo, i funzionari firmano, ma sono i politici a dare le direttive in questo senso».

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