Più di 100 milioni di opere pubbliche: piano senza precedenti, Busto ce la farà?

C'è anche l'ex Borri (13 milioni di euro) tra gli investimenti del piano opere pubbliche di Busto

BUSTO ARSIZIO – Un piano delle opere pubbliche da più di 100 milioni di euro. Triennio da record per i lavori pubblici a Busto, con l’aggiornamento del piano 2022-2024 che viene promosso in giunta insieme alla variazione di bilancio per poi approdare in consiglio comunale. E stasera, 5 aprile, in commissione bilancio si discuterà un rendiconto di gestione 2021 con un maxi-avanzo da oltre 3 milioni di euro.

I fondi per via del Roccolo

In variazione vengono utilizzati 445mila euro dell’avanzo destinato agli investimenti per coprire i costi di un’opera, il “parco del Futuro” di via del Roccolo, che non ha ricevuto l’atteso finanziamento regionale. Una riqualificazione che era stata frenata dal ritrovamento di rifiuti abbandonati dal passato di fonderia e che, dopo le verifiche che hanno escluso la presenza di sostanze pericolose e proibite, potrà a questo punto riprendere.

I 100 milioni di opere

E nell’elenco del piano triennale delle opere pubbliche spuntano anche i maxi-investimenti di rigenerazione urbana già finanziati da Roma e Milano: i 20 milioni (di cui 15 finanziati da Regione Lombardia) per la rigenerazione dell’area mercato, i 13 milioni per la rinascita dell’ex Borri, a cui si aggiungono i 4,4 milioni per il Conventino, il milione scarso per l’ex Carcere e l’ex presidio militare austriaco di via Roma e i 2 milioni per Villa Radetzky (in tutto quasi 22 milioni, di cui 15 dallo Stato). Ma anche le prime opere che si candideranno ai bandi del PNRR. Come la ristrutturazione dell’ex Macello civico e dell’ex oratorio di Sacconago (in tutto 10 milioni di euro), il restauro di palazzo Gilardoni (6,5 milioni) e la riqualificazione degli alloggi pubblici di via Rossini, via Perosi e via Castelseprio (8,5 milioni). Ma ci sono anche opere attese come il palaginnastica, che verrà a costare in tutto 5,5 milioni.

Missione (im)possibile?

Le cifre sono da capogiro, il “vuoto” che si è creato nella dirigenza dei lavori pubblici è pesante, ma la maggiore preoccupazione deriva dagli effetti del caro-materie prime che si stanno abbattendo sulla filiera dell’edilizia, anche pubblica. Il sindaco Emanuele Antonelli su questo tema era già intervenuto a gamba tesa, invocando uno slittamento delle scadenze del PNRR per evitare l’esplosione dei costi dei cantieri. A Brescia addirittura la locale associazione dei costruttori (Ance) ha suggerito di rescindere i contratti delle opere pubbliche se le amministrazioni non accetteranno la rinegoziazione dei costi.

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