Regionali, campagna elettorale senza regole?

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Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti, Attilio Fontana

Siamo ripiombati in periodo pre elettorale: tra due mesi, il 12 e il 13 febbraio, si vota per la Regione, e i partiti sono già fibrillati e si preparano alla consultazione senza risparmiarsi gentilezze. Al momento sono in campo tre candidati alla presidenza, Attilio Fontana per il centrodestra, Pierfrancesco Majorino per il Pd e per chi ci sta a centrosinistra, Letizia Moratti per Azione più Italia Viva e la componente civica di riferimento, Lombardia Migliore. Altri ne arriveranno, ma è scontato ritenere che giocheranno la partita nelle retrovie, con scarse, scarsissime possibilità di successo. Detto questo ci aspettano settimane di confronto molto teso, tra gli schieramenti e al loro interno (in ballo ci sono pure le candidature per il consiglio: in tanti, troppi, sgomitano per ottenere un posticino in lista). I sondaggi, è vero, indicano in Fontana il probabile vincitore, al netto delle questioni che lo hanno visto protagonista, a volte in negativo, alla presidenza nel mandato che sta per terminare.

L’elettorato lombardo ha però consolidato lo sguardo verso destra, al massimo lo riposiziona tra gli alleati della coalizione, difficilmente cambia il raggio d’azione. Per dire, dalla Lega il flusso dei voti va in direzione di Fratelli d’Italia, oggi partito col vento in poppa per tutto quel che si riferisce a Giorgia Meloni e compagnia della fiamma al seguito. È appunto questa previsione che scuote il centrodestra, considerazione che mette in gioco gli equilibri interni e, quindi, la leadership dello stesso schieramento: sinora, con Forza Italia in declino, ha dominato la Lega. Ma dopo il 13 febbraio?

Tanto più che incombe la candidatura di Letizia Moratti, sino a qualche tempo fa vice presidente della giunta Fontana, poi uscita sbattendo la porta per accasarsi, con una sua lista, dalle parti di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Moratti tenta ora di insinuarsi tra l’elettorato di centrodestra, approfittando delle divisioni in casa leghista. L’abbandono del gruppo regionale del Carroccio di tre esponenti, subito espulsi da via Bellerio, per formare una loro componente al Pirellone che richiami il Comitato Nord, lascia intendere che, soprattutto lì, nei dissidenti bossiani della Lega voglia pescare voti l’ex sindaca di Milano. Dissidenti senza più una copertura politica precisa, possibili esponenti di una futura lista che vada a ingrossare le fila morattiane. Per il momento, soltanto un’ipotesi, ma tutt’altro che peregrina, se possiamo dire.

A sinistra si prova ancora a realizzare quello che fino a qualche tempo fa si chiamava “campo largo”. Se Majorino cerca chance per sfrattare Fontana da Palazzo Lombarda le troverà soltanto ampliando le alleanze, imbarcando i Cinque Stelle. Qui però la situazione si complica, le trattative ci sono ma, al momento, non si ha notizia di sbocchi positivi. Si vedrà. E comunque, per i sondaggi, anche nel caso di un accordo coi pentastellati, il centrosinistra risulterebbe in svantaggio. A meno che si torni alla proposta di Renzi per un ticket Moratti-Majorino. Soluzione accattivante su un piano virtuale, al momento irrealizzabile in modo concreto per il no deciso dei dem.

Sin qui il quadro di riferimento in vista delle urne di febbraio. Contesto che depone per una frizzante campagna elettorale, nella quale vedremo anche colpi sotto la cintura di una politica che in Lombardia, in scia alle dinamiche nazionali, ha perso tutti i freni inibitori e, manco a dirlo, vira sul personale. Prepariamoci dunque a settimane che, subito dopo la pausa natalizia, infiammeranno il confronto pubblico. Doveroso confronto democratico, se non ci fosse il rischio che si trasformi in una battaglia all’ultima contumelia e all’ultima scorrettezza. Senza regole.

regione campagna elettorale – MALPENSA24