Ritorsione della Lega, Gualandris: “Su Ato sconfitto l’asse Forza Italia-Galimberti”

Stefano Gualandris, segretario provinciale della Lega Salvini premier

VARESE – «Non ci facciamo mettere l’anello al naso da Forza Italia. Se a Varese stanno lavorando per costruire il Grande centro, e lo stanno facendo, lo dicano senza troppi problemi. Basta sbandierare l’appartenenza al centrodestra a parole e un minuto dopo andare a braccetto di Davide Galimberti». Stefano Gualandris, commissario provinciale della Lega, la prima rasoiata l’assesta nel fianco dei berluscones dopo la nomina in Ato del leghista Stefano Angei. Posto, quello nel cda di Ato, che politicamente spettava a Forza Italia, ma è stato “scippato” dal Carroccio in risposta alla presidenza di Simone Longhini nella commissione a Palazzo Estense. Ed è stato conquistato con una prova muscolare nell’assemblea dei sindaci di ieri (lunedì 31 gennaio).

Mentre il secondo colpo, Gualandris, lo assesta a chi in Lega dissente dalla linea salviniana e ha subito messo in piazza il malumore chiedendo congressi e un cambio radicale. «Chi ha parlato (Carlo Piatti) è un semplice militante – dice Gualandris – e con tutto il rispetto non è certo il volto e la voce della Lega varesina».

Stefano Gualandris, la strappo di Ato rischia di alzare ancor di più la tensione tra Lega e Forza Italia. Non crede che forzare la mano per strappare una posizione “politicamente leggera” sia stata una “vendetta” eccessiva nei confronti dei vostri alleati?
«Non scherziamo. Tutti abbiamo visto come si sta muovendo Forza Italia a Varese. E l’atteggiamento dei berlusconiani a lasciarci le mani libere. La linea su Palazzo Estense era ed è: “Il centrodestra non rivendica e non prende posizioni”. Tutti l’hanno rispettata tranne loro. Ato è la reazione a quel comportamento. Il primo segnale. Non l’ultimo se continueranno a muoversi fuori dalla coalizione».

Va bene, intanto però da ieri siete ancora più distanti. Rompere o ricucire?

«Non dipende da noi. Non siamo noi che abbiamo fatto l’accordo con il PD su Ato. Noi abbiamo votato Stefano Angei, leghista, candidato del centrodestra e rappresentante dei Comuni sopra ai 15 mila abitanti. Un profilo coerente con il ruolo che andrà a ricoprire. Forza Italia ha fatto asse con Il PD su Marco Scazzosi, ex sindaco di Marnate, e hanno perso. I numeri sono numeri».

Nel centrodestra varesino non c’è un partito che possa dire di godere di grande salute. In questo momento di tensioni interne ai singoli partiti che clima si respira nella coalizione?
«A livello provinciale il clima interno alla coalizione è più che buono. I problemi sono a Varese, ma per colpa dell’atteggiamento ondivago di Forza Italia che un giorno dice di essere forza di centrodestra e un minuto dopo va a braccetto di Galimberti. Suvvia, escano allo scoperto e dicano in maniera chiara che stanno costruendo il Grande Centro. Che male c’è? Detto questo, se si esclude la questione Forza Italia, con gli alleati si lavora in sinergia».

Beh anche voi della Lega state costruendo un nuovo progetto politico: I Repubblicani. Anche qui a Varese?
«Un progetto interessante, avanzato dal nostro segretario Matteo Salvini e che personalmente condivido. Però è ancora tutto prematuro. Bisogna capire chi ci sta. E, non per insistere, ma su queste fronte, chiedo: “Cosa fa Forza Italia?”. Ce lo faccia sapere. Noi intanto andiamo avanti».

Senza congressi e con una fronda interna anti salviniana che ha rialzato la testa. E anche a Varese chiede di voltare pagine. Come la mettete con l’opposizione interna?

«Ma quale fronda anti salviniana. Non basta fare un paio di post su Facebook per rappresentare il partito, tutto il partito. A Varese, oggi, la Lega ha un volto e un pensiero: è quello di Marco Pinti».

Carlo Piatti, militante leghista, e con un bel pezzo di storia del Carroccio alle spalle, però non sembra concordare con quanto ha appena detto, quindi?
«Carlo Piatti ha esposto la sua posizione personale. Che resta il pensiero di un normale militante e non l’espressione del Carroccio varesino. Qui la Lega è Marco Pinti. Inoltre, aggiungo, che mi sembra esagerato parlare di Lega anti-salviniana per un paio di post su Facebook».

Sarà come dice lei, ma intanto il bis di Mattarella e come il capitano ha “gestito” il gioco l’elezione del presidente della Repubblica non sono piaciuti a tutto il Carroccio. In più i congressi, annunciati a più riprese, non vengono convocati.
«Non posso nascondere che ci sia del malcontento per la rielezione di Mattarella presidente. Ma parliamoci chiaro: Matteo Salvini ha fatto tutto quello che poteva fare. E, una volta appurato che non c’erano i numeri per eleggere un presidente espressione del centrodestra, ha dimostrato grande senso di responsabilità. I congressi? Li aspetto anch’io, ma in Lega tutti sanno che sono congelati finché resterà in vigore il green pass».

A dir la verità in Lega tutto dicono che i congressi non si fanno per colpa del green pass, ma molti pensano che siano congelati per timore che arrivi la sfiducia a Salvini. Non è forse così?
«La Lega è un partito bulgaro. Questa è la verità. Se si esclude “la notte delle scope”, non ricordo un congresso in cui sia stato sfiduciato un segretario. Anzi, dico che se domani dovessimo andare a congresso tutta la Lega voterebbe Salvini segretario. Quindi non c’è alcuna timore dietro il congelamento dei congressi. E poi, non è che siamo fermi».

Intanto a Varese il commissariamento del cittadino è andato più lungo di quanto annunciato.
«Ma nemmeno tanto. Solo di qualche giorno. Pinti diede la sua disponibilità fino a gennaio. Insomma siamo nei tempi. E in queste settimane ha lavorato con tutta la sezione per ritrovare unità, ma anche per dare vita a una squadra che guiderà il partito ai congressi».