M24 TV Città e violenza: l’indagine di Paolo Grassi nel libro “Barrio San Siro”

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VARESE – «Per capire ciò che succede a livello quotidiano, la violenza sociale, dobbiamo sempre rimandare ad altri livelli interpretativi, e cioè a dimensioni politiche, economiche e strutturali: se non viene fatto questo passaggio il rischio è di adottare uno sguardo pornografico». A Malpensa24 Web Tv l’antropologo Paolo Grassi ha parlato della relazione tra spazio urbano e violenza, al centro dell’indagine che per cinque anni ha condotto a Milano, diventata nel 2022 il libro “Barrio San Siro”.

Città del Guatemala e le maras

Il docente dell’Università della Bicocca, che nel quartiere di edilizia popolare ha lavorato a stretto contatto con il gruppo di urbanisti e architetti Mapping San Siro, intervistando i residenti e partecipando a varie attività sociali, vanta all’attivo anche esperienze di ricerca in America Centrale e Caraibi. In particolare quella a Città del Guatemala, condotta attraverso la lente delle gang giovanili, le maras, fenomeno che «all’epoca condizionava molto la struttura della metropoli e le sue politiche».
Ha inoltre tradotto, insieme al collega Andrea Freddi, “El niño de Hollywood”, libro in cui Oscar e Juan José Martinez hanno ricostruito la vita dell’ex sicario della Mara Salvatrucha cercando di unire giornalismo d’inchiesta e indagine antropologica.

Periferie e seconde generazioni al centro del dibattito

Quanto a Rondodasosa, rapper emergente di San Siro, e i recenti episodi di cronaca nera che hanno avuto come protagonisti esponenti della trap, «parliamo di un fenomeno giovanile, ma sicuramente non di una gang: lo sguardo dell’antropologo qui può essere utile per decostruire una certa rappresentazione che ormai si è creata intorno a questo fenomeno.
Si tratta di ragazzi, di artisti, che hanno fatto della musica, il rap, il loro linguaggio espressivo principale, e hanno rimesso al centro del dibattito pubblico diverse questioni di cui non si parlava, come le periferie urnabe e le seconde generazioni.
È vero che il loro immaginario, che si rifà anche a una certa criminalità, ad altri artisti, è per certi aspetti ambiguo; sono però riusciti a ribaltare le rappresentazioni stigmatizzanti, facendone un emblema per rappresentarsi all’esterno dei loro quartieri e autorappresentarsi».

Da country e folk al rap

Il richiamo alla musica è stata anche l’occasione per Grassi per parlare delle sue attività nell’ambito delle sette note: a partire dall’importante scena indie di Varese di inizio anni Duemila, che l’ha visto impegnato nei Midwest, dopo i Frozen Farmer arrivano oggi ai Ropes of Sand e al singolo “Moving target”, realizzato insieme al cantautore irlandese Adrian O’Connel e diffuso quest’estate: «Ho sempre suonato alternative country e folk, generi ormai sempre più di nicchia, e per cui gli spazi si sono sempre più ridotti nel corso degli anni. È stato anche interessante arrivare al rap da ricercatore e non da musicista, alla luce di questa specifica “traiettoria artistica”. E ora il linguaggio forse più interessante è il rap fatto in certi ambienti».

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