Sea handling, il Tribunale Ue: «Erano aiuti di stato». Ma ormai non conta nulla

sea handling malpensa

MALPENSA – Cinque anni fa nasceva Airport Handling, società privata creata sulle ceneri di Sea handling come risposta obbligata alla maxi multa da 360 milioni di euro inflitta da Bruxelles che contestava sostegni pubblici. Ora il Comune di Milano dovrebbe recuperare quei 360 milioni concessi dalla società di gestione aeroportuale Sea alla controllata Sea Handling tra il 2002 al 2010 per tentarne un salvataggio. Lo ha stabilito il Tribunale dell’Unione europea con una sentenza emessa oggi, 13 dicembre. Ma è una sentenza che di fatto non ha più valore, perché già nel 2016 l’Europa stabilì che la somma non poteva essere attribuita alla neonata Airport Handling.

Da Sea Handling ad Airport Handling

La Sea Handling – che operava a Linate e Malpensa – era una società interamente controllata da Sea Spa, il cui socio di maggioranza era (ed è tuttora) il Comune di Milano. Dal 2002 al 2010 la Sea effettuò degli aumenti di capitale a favore della Sea Handling per un importo totale di 360 milioni di euro, considerati dalla Commissione europea aiuti di Stato non ammessi, disponendone il recupero. Per questo motivo nacque dunque Airport handling, operazione non indolore (ci fu una drastica riduzione di personale che causò una lunga stagione di scioperi) che fu però benedetta da Bruxelles. Dopo un’attenta analisi, infatti, la Commissione Europea concluse nel 2016 per l’insussistenza della continuità economica tra la defunta Sea Handling e la nuova Airport Handling, evitando così alla neonata società di ereditare i problemi del passato. Le istituzioni comunitarie assicurarono il futuro di Airport Handling e dei suoi 1.700 lavoratori, certificando che l’obbligo di restituzione degli asseriti aiuti di Stato a Sea Handling non poteva più essere attribuito a nessun altro soggetto.

Il passato che torna

Con la sentenza di oggi, il Tribunale ha deciso di rigettare tutti i motivi di ricorso presentati a suo tempo dal Comune di Milano. Secondo i giudici europei Palazzo Marino esercitava su Sea un controllo costante, identificando dunque quest’ultima come impresa pubblica. Di conseguenza a cascata Sea Handling ha beneficiato di aiuti di Stato per un importo totale di 360 milioni tra il 2002 e il 2010 che non sono stati restituiti come richiesto dalla Commissione Ue. Ora il Comune di Milano avrà due mesi di tempo dalla data della notifica della sentenza per impugnare la sentenza davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

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