Interpellanza sul mercato di Insieme per Sesto: il referendum resta un mistero

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SESTO CALENDE – Resta un mistero il referendum annunciato nel 2020 per stabilire definitivamente dove sarà il mercato di Sesto Calende. Lo scorso 31 maggio, in consiglio comunale si è presentata nuovamente l’occasione per parlare delle bancarelle che ogni mercoledì prendono posto in viale Lombardia, dove due anni fa sono state spostate provvisoriamente per far fronte alle restrizioni Covid. Il tema, questa volta, si è concentrato in generale sulle entrate dei plateatici, attraverso un’interpellanza presentata dalla minoranza di Insieme per Sesto. Ma il fattore consultazione fatica ancora a trovare delle risposte.

Le richieste

In ordine: l’interpellanza si è sviluppata «sull’entità della variazione dell’entrata dei plateatici attesa dalla modifica delle aliquote a parità di superfici concesse», ha detto il consigliere Floriana Tollini (IxS). Fra le questioni da sciogliere, proprio il referendum che dovrebbe indicare il luogo definitivo per ospitare il mercato: in centro, come vuole la tradizione, o in viale Lombardia, la soluzione temporanea dell’era Covid. Nello specifico, la richiesta di spiegazioni si è concentrata sulle «risorse che sono o saranno impegnate nel Peg per la redazione dei due progetti e per lo svolgimento del referendum». A cui si sono aggiunte domande sulle «entrate dagli stalli previste nel 2022 e 2023 e il loro confronto con il 2019». Ma anche sulle modalità con cui «verrà calcolato il canone dovuto da parte dei titolari, stante il trasferimento provvisorio in posizioni e con misure di stallo anche diverse».

Le risposte sul canone

Al vicesindaco Edoardo Favaron, il compito di offrire il quadro della situazione. «L’ultimo anno completo per il pagamento del canone mercatale – ha spiegato – è stato il 2019. In quell’anno il totale previsto era di 55mila euro». Per il 2022, poi, «le tariffe non sono state modificate». Questo, ricordando che «il ritocco delle tariffe ha riguardato solo i plateatici dei bar e dei locali pubblici». Un «ritocco», oltretutto, che «non ha effetto diretto e stimabile sull’aumento del gettito, perché di entità assolutamente marginale». Le modifiche tariffarie, ha poi aggiunto, sono la conseguenza del nuovo regolamento, «strumento fondamentale per un riordino anche urbanistico dei plateatici». E ancora: considerando la gratuità del primo trimestre 2022, «si prevede un’entrata di 41mila euro, contrariamente a quanto affermato nell’interpellanza». In pratica, «le superfici utilizzate dagli ambulanti non sono state mutate durante il trasferimento nell’area attuale». A chiudere, la previsione per il 2023, che «è costante, perché è una mera proiezione dei dati del 2022 che sarà rivista all’approvazione del bilancio 2023-25».

E il referendum?

Una risposta tecnica e completa, quella del vicesindaco. Ma il tema del referendum, di fatto, non è stato affrontato. Che resta tuttora un’incognita. Nell’interpellanza si chiedevano quante risorse verranno impiegate per la consultazione, ma l‘interpellato non ha risposto in merito. Quindi, l’incognita economica si aggiunge a quella del futuro luogo definitivo del mercato e della data del referendum.

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