Sinti, a Gallarate la legalità in salsa leghista non è cosa di cui andare fieri

Sinti gallarate cinzia colombo

Lo sgombero imminente, di nuovo, delle famiglie sinte viene applaudito dal sindaco di Gallarate come segno dello Stato e della legalità.

Il dispiegamento delle forze dell’ordine per un’intera mattinata è servito a fare allontanare dall’area di via Aleardi alcune famiglie assegnatarie di alloggi popolari temporanei. Quelle stesse famiglie se ne sarebbero andate il giorno dopo, al massimo 2 giorni dopo, nell’attesa che, con i tempi dello Stato italiano, venissero attivate luce e acqua, con le volture già richieste. Qualche decina di poliziotti, carabinieri, vigili comunali impegnati e pagati con soldi pubblici per anticipare di un giorno l’uscita.

Altre famiglie invece usciranno obtorto collo probabilmente domani, senza sapere dove andare. Di nuovo si metteranno nei parcheggi della città, spostati come oggetti da chi obbedisce agli ordini di un sindaco accecato dal tentativo di trovarsi una poltrona e un facile stipendio, lui che solo di politica ha vissuto, senza mai un lavoro provare a trovarselo come noi normali mortali.

Così la legalità è ristabilita. Parola di Andrea Cassani che, in nome della poltrona e relativo stipendio, nomina assessori direttamente indicati da chi è stato condannato in via definitiva per concussione per la costruzione del supermercato nell’area ex Maino della città, con interdizione perpetua dai pubblici uffici. Davvero uno Stato e una legalità in salsa leghista di cui andare fieri.

Cinzia Colombo
(Sinistra per Gallarate – Liberi e Uguali)

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