
VARESE – Gli studenti di comunicazione pubblica e istituzionale del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria hanno lanciato il mese scorso un sondaggio con lo scopo di scoprire come le diverse generazioni vivono i riflessi che genera l’era digitale nella sfera relazionale, pubblica e privata. Hanno risposto migliaia di persone da tutto il mondo ed è emerso che la forza dei rapporti sociali dal vivo prevale su quella dei social media.
12mila risposte da tutto il mondo
“Digital-mente” è il nome dell’indagine, che si articola in quattro sezioni: Socializzazione; Aspetti personali; Aspetti sentimentali; Sicurezza. Il sondaggio, diffuso su piattaforme social e rivolto a giovani e meno giovani, con età minima di 18 anni, ha ricevuto circa 12mila risposte, pervenute da tutte le regioni italiane e da 20 paesi esteri, principalmente dalla Germania, dalla Spagna, dall’Irlanda, dagli Usa e dal Regno Unito. Nella partecipazione la componente femminile è nettamente maggioritaria con il 62%. La fascia d’età più rappresentata (83%) appartiene a coloro che si collocano fra i 18 e i 30 anni. Il 45% degli interpellati è in possesso di diploma, seguiti dai laureati (38%) e da chi possiede la licenza media (13%). La maggior parte delle risposte proviene dagli studenti (49%) e dai lavoratori (37%).
I risultati
Per quanto riguarda i contenuti, il sondaggio rileva l’utilità sociale della rete (70% delle risposte) preferendo però la socializzazione in presenza (70%), privilegiando la conoscenza e l’interazione con gli altri di persona (74%). Il campione esprime anche forte preoccupazione circa i danni che l’uso eccessivo del cellulare può provocare in termini di capacità di riflessione e di approfondimento (84%) pur dichiarando che non saprebbe farne a meno nemmeno per una settimana (55%). Il campione manifesta altresì il timore nei confronti dei social perché possono rendere più complicata rispetto al passato l’evoluzione dell’età adolescenziale. Bisogna considerare che il 47% dei cittadini sondati trascorrono ormai più di quattro ore al giorno al cellulare e altrettanto online e tra costoro i giovanissimi rappresentano una parte considerevole.

L’influenza dei social
Per quanto riguarda le influenze dei social sulle forme esistenziali dei cittadini si rileva che solo il 14% degli interpellati dichiara di non subire alcun condizionamento. Dalle risposte risulta anche che i social, malgrado il 30% delle persone dichiari di aver subito truffe online, esercitano un forte richiamo nel campo dei consumi: solo il 36% sostiene di acquistare prodotti dal vivo. Il campione (45%) fa sapere che internet è il primo canale da cui attingere le informazioni sorpassando la Tv che segue con il 43%. Ma i social hanno fatto breccia anche nell’universo dei sentimenti. Il campione racconta di lasciarsi sedurre dall’aspetto estetico (27%), dal bagaglio di conoscenze e cultura (19%), dal tono della voce (10%), mentre la sensibilità sociale si ferma in fondo con l’8% dei consensi. Ma non tutto è così lineare. Una parte considerevole del sondaggio fornisce risposte perentorie: sostiene che è difficile esprimere un sentimento attraverso la chat (68%), afferma che la rete peggiora la durata e l’intensità di una relazione nel 43% dei casi, sottolineando che imbastire una relazione online impegna più settimane, un mese e più (76%).
L’importanza del contatto umano
I risultati dell’indagine dicono quindi che la nostra esistenza reale apprezza molto il contatto umano e che la rete non avrà vita facile nel renderlo “asocial”. Angelo Tagliabue, rettore dell’Insubria, sottolinea: «Ancora una volta i nostri studenti hanno colto nel segno conducendo un’indagine, tradotta anche in inglese e francese, conseguendo un successo importante. L’Università dell’Insubria pone molta attenzione ai fenomeni sociali contribuendo alla loro comprensione per migliorare la qualità della vita e le prospettive delle nuove generazioni». Giulio Facchetti, presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione commenta: «Live vs Social, Online vs Offline. Non è una sfida semplice e temporanea. Nessuno dubita della utilità della “rete” perché ormai è parte integrante della nostra vita, ma si vuole capire quanto e se la vita reale si discosta da quella virtuale e con quali effetti esistenziali. L’indagine dei nostri studenti a questo riguardo ci ha fornito utilissime chiavi di lettura». Le risposte al questionario sembrano spingere verso una gestione consapevole e positiva dello sviluppo tecnologico e della rete che, non di rado, desta una certa preoccupazione, seminando scetticismo.
