Sottopassi allagati a Busto: «Problema strutturale, 15-20 milioni per risolverlo»

Nella foto pubblicata su Facebook da Ettore Mosca, la "nonna coraggio" che porta fuori il bambino dal sottopasso allagato

BUSTO ARSIZIO – È un collettore che fa una bizzarra curva a 90 gradi il problema strutturale che causa gli allagamenti dei sottopassi della stazione FS di Busto. Un’eredità dei decenni precedenti, che nell’epoca delle “bombe d’acqua” porta a concentrare enormi quantità d’acqua in un unico punto, con il sottopasso di Tasso che finisce regolarmente a mollo. Ed è quello che è successo anche ieri, 8 giugno: le emblematiche immagini del bus finito in pochi minuti sott’acqua in via Tasso e della nonna che porta il nipotino in spalla fuori dall’allagamento dopo aver abbandonato l’auto nel sottopasso di via XX Settembre ne sono la conseguenza.

Impressionante quantità d’acqua

L’assessore alla viabilità Massimo Rogora ha parlato di «una rapidità imprevedibile per chi si trovava in strada», per via di una «quantità d’acqua impressionante, scesa in una manciata di minuti». Eppure le pompe e gli allarmi visivi e sonori avrebbero funzionato a dovere. Il problema però sarebbe a monte: l’acqua che arriva dal collettore di Cassano Magnago e dalla Valle Olona confluisce verso la zona della stazione, concentrandosi nei momenti di maggiori precipitazioni e provocando gli allagamenti nei sottopassi, a causa della presenza di un collettore (un grosso tubo) che inspiegabilmente fa una curva a 90 gradi e che non riesce a far defluire l’acqua quando si concentra in grandi quantità.

Le opzioni di Alfa

«Quando arriva la bomba d’acqua l’acqua salta su, è un problema strutturale e certificato» rivela Paolo Mazzucchelli, presidente di Alfa, il gestore provinciale del servizio idrico integrato. «Non è colpa di nessuno, è stato fatto così quando le precipitazioni non erano così violente». Per risolvere il problema non basterebbe disintasare i tombini, ma occorrerebbe «un intervento mastodontico», molto più impegnativo e costoso. Alfa ha già monitorato la situazione e ha ipotizzato due possibili soluzioni, la creazione di una vasca di contenimento nella zona al confine con Cassano Magnago e Fagnano Olona, per evitare che l’acqua affluisca verso Busto, oppure lo sdoppiamento del collettore, per superare il problema della curva che provoca l’intasamento. Opere il cui costo però si aggirerebbe sui 15-20 milioni di euro. In alternativa, nell’immediato, si potrebbe pensare ad aggiungere delle sbarre all’ingresso dei sottopassi, oltre alle sirene e ai semafori.

I Verdi: «Servono nuovi sottopassi»

Nel frattempo fioccano le polemiche. Sul tema tornano i Verdi Ecologisti di Busto Arsizio, che rilanciano una vecchia battaglia del loro portavoce Andrea Barcucci, quella per la realizzazione di un nuovo sottopasso ferroviario, più funzionale di quelli esistenti. «Invece dell’assurdo e devastante sottopasso fuori dal quartiere di Sant’Anna, da anni abbiamo proposto che le aree degli scali merci siano servite da sottopassi verso il quartiere Apostoli-Don Paolo, opere viarie utili anche a Sant’Anna – sostengono i Verdi – a Legnano sono stati capaci di migliorare così; a Busto Arsizio hanno saputo solo trascinarsi problemi vecchi e crearne di nuovi. Cento anni di divisioni e di allagamenti: ma certi fenomeni meteorologici vanno combattuti a monte».

Porfidio prepara le anatre

«Ogni anno c’è qualcuno che rimane sotto l’acqua e stavolta se al posto del bus ci fosse stata una macchina rischiavamo anche qualche morto – l’ex consigliere comunale Audio Porfidio, leader del movimento civico La Voce della Città – ormai è evidente che a Busto non si fa manutenzione e non si puliscono i tombini. Invece di fare campagna elettorale e di litigare per le poltrone, il sindaco e la sua amministrazione dovrebbero iniziare a pensare alle cose essenziali. Altrimenti dopo le pecore per l’aiuola del Tribunale, dovrò portare anche le anatre e le papere da far sguazzare nei laghi dei sottopassi».

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