Terremoto alla Cargo city di Malpensa: una coop annuncia 300 licenziamenti

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MALPENSA – Un nuovo terremoto scuote i lavoratori delle cooperative alla Cargo City di Malpensa. La Coros, operante alla Mle-Bcube, sta spedendo le lettere di licenziamento agli oltre 280 lavoratori a tempo indeterminato. Insieme alla sessantina di contratti a termine in scadenza al 31 dicembre non rinnovati, raggiungerà quindi un totale di oltre 340 licenziamenti. A denunciarlo è la Cub Trasporti, da anni in prima linea contro l’uso (e abuso) delle cooperative (spesso finte) che hanno invaso il settore merci dell’aeroporto. E non è tutto. «Altri 30 lavoratori delle poste – spiega Renzo Canavesi del sindacato di base – sono stati invitati a dimettersi da Gigroup per poi venire assunti con contratto a termine di 4 o 6 mesi direttamente dal committente».

Terremoto occupazionale

I licenziamenti, spiega la Coros nella lettera inviata ai 280 lavoratori, sono stati determinati dalla decisione di Mle-Bcube, inviata 20 giorni fa al consorzio Logitec, di recedere dall’appalto, in essere da 5 anni. Le notizie ufficiali qui terminano, sottolinea la Cub. «Questo atteggiamento di totale disprezzo di ogni regola di comunicazione e di confronto sindacale dimostra il vero obiettivo: scremare gli attuali organici riassumendo solo una parte dei lavoratori Coros, quelli più disponibili a piegare la testa. Come del resto hanno fatto ad ogni cambio di appalto».

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La solita storia

Secondo la Cub, insomma, potrebbe trattarsi di un film già visto alla Cargo City anni fa, quando un lavoratore arrivò persino a farsi crocifiggere al centro di una rotonda (nella foto in basso) per protestare contro l’ennesimo cambio d’appalto al ribasso. Per questo sono già comparse le bandiere rosse fuori dagli hangar e la procedura di raffredamento è stata aperta in attesa dell’incontro fissato in prefettura per martedì. «Questo disegno non può passare se tutti i lavoratori saranno uniti: non un solo posto di lavoro deve essere perduto», attacca Canavesi. «Ricordiamo a chi ha scarsa memoria o non era presente all’epoca che la compattezza dei lavoratori ha sempre imposto alle nuove cooperative che nessuno perdesse il proprio posto di lavoro. Sarà così anche stavolta».

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