Test sierologici, in ATS Insubria positivo 1 su 5. Ma Astuti (Pd): «Troppo pochi»

VARESE – Test sierologici, i primi esiti delle analisi effettuate nell’ambito dell’ATS Insubria rivelano la presenza degli anticorpi nel 31,9% delle persone in quarantena e nel 6,7% degli operatori sanitari. Su 116 cittadini in quarantena, sono risultati positivi in 37, mentre su 74 operatori sanitari sottoposti al test i positivi sono stati appena 5. Ma il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti chiede come mai siano stati eseguiti «così pochi test sierologici sul territorio dell’ATS Insubria. Mentre Varese, dove la curva non si è ancora stabilizzata, ha urgente bisogno di uno screening».

I test dell’ATS Insubria

«L’esecuzione dei primi test sierologici, nell’ambito di ATS Insubria, fornisce i primi dati sulla risposta immunitaria determinata dal virus, in una platea di cittadini selezionata sulla base di precisi criteri clinici ed epidemiologici – si legge nella nota dell’agenzia di tutela della salute su cui competono i territori delle ASST Sette Laghi, Valle Olona e Lariana – i numeri non sono, al momento, tali da consentire di trarre conclusioni in merito ad una mappatura dell’immunizzazione nella popolazione del nostro territorio di riferimento. Tuttavia, lo studio consentirà di valutare la qualità e la persistenza della risposta immunitaria, aggiungendo informazioni sulle caratteristiche della pandemia in corso. Il test è stato offerto, secondo i criteri individuati da Regione Lombardia, ai cittadini che sono stati messi in isolamento fiduciario al domicilio da ATS, in quanto contatti stretti di casi certi, a seguito di indagine epidemiologica, o dal Medico di Medicina Generale in caso di sintomatologia suggestiva per COVID». Test su adesione volontaria sottoposto tra il 29 aprile e il 25 maggio a «116 cittadini complessivamente su un totale di 159 invitati». La positività al test riguarda complessivamente 37 soggetti, mentre l’esito è risultato dubbio su 19 e negativo su 60 soggetti. Il test sierologico ha riguardato anche gli operatori sanitari e sociosanitari, al termine del periodo di isolamento, per consentire il rientro in servizio in condizioni di sicurezza (74 operatori di cui solo 5 positivi e 9 con esito dubbio). «I dati per la nostra ATS, per il momento, sono parziali per quanto riguarda la distribuzione territoriale – avverte l’ATS Insubria – nelle prossime settimane, sarà possibile una mappatura progressivamente più completa e tale da consentire un’analisi epidemiologica più approfondita. I soggetti risultati positivi sono stati posti in quarantena e presi in carico per l’esecuzione del tampone che attesterà, oltre alla guarigione clinica, anche l’assenza del virus nelle secrezioni oro-faringee, ai fini del contenimento della diffusione nel contesto familiare, lavorativo e sociale».

Il dubbio di Astuti

milano samuele astuti regione partito democraticoSe è vero che la provincia di Varese è stata coinvolta per ultima nella partita dei test che individuano la presenza degli anticorpi, anche perché è l’area della Lombardia in cui il Coronavirus ha avuto meno incidenza sulla popolazione, l’esponente Dem in Consiglio Regionale Samuele Astuti considera il dato dei test effettuati assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze del territorio, soprattutto del Varesotto. «Perché l’ATS Insubria ha fatto solo 116 test sierologici fino a oggi?» chiede Astuti, commentando i dati diffusi dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. «La nostra provincia è, con Pavia, il territorio da tenere più sotto controllo – spiega Astuti – perché la curva non si è stabilizzata e l’epidemia non è sotto controllo, sebbene qui i numeri siano stati inferiori rispetto ad altri territori. Lo screening è l’arma decisiva per poter sostenere la fase 2, di cui abbiamo grandissimo bisogno. Mi auguro che quei dati siano solo incompleti, perché altrimenti a Varese e provincia avremmo un problema in più da risolvere».

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