Traffico pericoloso a Busto: da “Strada per tutti” 7 idee per aiutare ciclisti e pedoni

BUSTO ARSIZIO – «La strada è uno spazio pubblico ed è compito dell’amministrazione prendersene cura». Arrivano dritte al punto le parole dei giovani appassionati della mobilità sostenibile del progetto “Strada per tutti” che propongono quindi 7 idee su come rendere Busto Arsizio una città più accessibile per ciclisti e pedoni. Dalle piste monodirezionali, ai marciapiedi fino alle strade scolastiche, «sono piccole modifiche che possono fare una grande differenza», spiega il referente, Giovanni Mandelli.

Cambio di rotta

Ormai ne sentiamo parlare in ogni salsa: sembra che ogni candidato sindaco, ogni giunta e ogni amministrazione vogliano promuovere la mobilità sostenibile, ma quanti lo fanno davvero? «A Busto – esordiscono i giovani di Strada per tutti – c’è grande potenziale, dato che si tratta di una città pianeggiante, compatta e relativamente ben servita da mezzi pubblici e treni». Ma ciò non basta, quello che serve è un cambio di rotta nelle politiche urbane e un impegno politico nel mettere al centro la salute e la qualità di vita delle persone, non solo degli autisti. «Uno dei motivi principali per cui a Busto i cittadini non usano la bici è che non si sentono sicuri e noi vogliamo sradicare proprio questo problema».

Ecco quindi che Mandelli illustra le 7 idee proposte dal gruppo che spaziano dalla riduzione di velocità, agli spartitraffico fino alle piste ciclabili nelle vie nevralgiche della città, che se da un lato comporterebbero una diminuzione degli ingorghi soprattutto nelle ore di punta, dall’altro prevedrebbero anche un inevitabile restringimento della carreggiata, con meno spazio per i parcheggi. La vera sfida sarà quindi conciliare le necessità e i bisogni di tutti gli utenti della strada.

Le idee

  1. La prima proposta riguarda la via XX Settembre che collega il centro di Busto con il Sempione e dove spesso le auto sfrecciano ben oltre il limite orario di 50 chilometri orari. «Qui c’è un marciapiede solo su un lato e nessuna struttura per le bici, quindi sarebbe ottimale inserire due piste ciclabili monodirezionali e completare il marciapiede anche sull’altro lato della strada». In questo modo le carreggiate veicolari saranno più strette portando a una riduzione della velocità dei veicoli.
  2. Altro punto nevralgico è viale Alferi, dove sorgono le elementari Bertacchi,  la chiesa di Sant’Edoardo, ma anche molti bar e negozi. «Per garantire maggiore sicurezza, proponiamo di realizzare due piste ciclabili monodirezionali sulla carreggiata. Sappiamo che si dovrà rinunciare a qualche posteggio, ma ciò è necessario perché le auto parcheggiate tolgono visibilità mettendo in pericolo soprattutto pedoni e ciclisti». L’idea in questo caso è di far parcheggiare le auto nelle vie laterali.
  3. Chiunque guidi spesso a Busto sa che, soprattutto la mattina, viale Boccaccio si riempie di auto e ingorghi vero il centro e quindi in questo caso sarebbe difficile aggiungere un’altra corsia veicolare. «Una valida alternative sarebbe realizzare due piste ciclabili sulla carreggiata, ciascuna per senso di marcia per permettere in particolare agli studenti di arrivare a scuola in bicicletta in sicurezza». In questo modo si incoraggerebbe l’uso della bicicletta e il ciclista sarebbe più visibile ai guidatori, in modo da evitare incidenti.
  4. Anche su via Carducci, proprio davanti al Liceo Daniele Crespi, negli orari di punta si verificano situazioni di traffico caotico, dovuto soprattutto alle macchine dei genitori che bloccano la circolazione. L’idea dei giovani bustocchi è quindi quella di pedonalizzare lo spazio antistante la scuola almeno negli orari di entrata e uscita per dare agli studenti uno spazio sicuro e piacevole dove sostare prima e dopo le lezioni. Effettivamente la normativa prevede la possibilità di introdurre le strade scolastiche, ovvero zone urbane nelle quale, per proteggere gli alunni, si può temporaneamente vietare il passaggio delle auto.
  5. Anche per via Diaz la proposta è quella delle due piste ciclabili monodirezionali in carreggiata e per i controviali nel tratto di viale Duca d’Aosta l’idea l’introduzione del limite di velocità a 20 km/h, dando la precedenza alle persone in bicicletta, su modello di ciò che è stato fatto a Torino.
  6. Altro punto nevralgico è Corso Italia in corrispondenza dell’ospedale di Busto. «Qui abbiamo pensato di restringere la carreggiata veicolare, riducendo così lo spazio di attraversamento pedonale e di inserire due piste ciclabili monodirezionali. Infine, per spezzare in due fasi l’attraversamento, si potrebbe inserire uno spartitraffico al centro della carreggiata».
  7. Infine, oggetto di molte discussioni nell’ultimo anno, c’è via Deledda, dove Mandelli ribadisce «l’importanza di realizzare delle piste ciclabili monodirezionali sulla carreggiata e non sui marciapiedi poiché si verificherebbe un palese conflitto tra pedoni e ciclisti, entrambi utenti deboli della strada».

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