Truffe ad anziani per 800mila euro da Varese a Rimini: due polacchi arrestati

truffe anziani Varese

VARESE – Una coppia di truffatori di origini polacche è stata arrestata dalla Questura di Varese nell’ambito di un’indagine condotta dalla Squadra Mobile che ha permesso di fermare una lunga serie di truffe condotte ai danni di anziani del varesotto e di altre città d’Italia. Sono 15 i casi accertati, e le indagini continuano per verificare altri episodi, per un totale di un danno stimato per le vittime delle truffe di 800mila euro. L’operazione è stata intitolata “Ricordi di famiglia”.

Il primo caso a Varese

Le indagini sono partite in seguito ad un primo caso che si è verificato a Varese lo scorso aprile. Gli episodi sono proseguiti fino a settembre: gli inquirenti sono riusciti a risalire ai due autori grazie ad un certosino lavoro di indagine per la ricerca di elementi utili, sempre difficili da rintracciare in questo tipo di reato. Nella mattinata di sabato 13 novembre la Polizia di Stato di Varese ha eseguito due misure di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip su richiesta della Procura cittadina per una coppia di cittadini polacchi. 30 anni lui e 27 lei, sono risultati essere gli autori di 15 episodi di truffe ai danni di anziani, per un danno totale per le parti offese di circa mezzo milione di euro. I casi sono avvenuti principalmente a Varese e in altri centri del varesotto, ma hanno toccato anche altre città, come Crema, Vercelli e Rimini.

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La richiesta con una telefonata

La truffa andava sempre in scena con la stessa modalità. Gli anziani venivano contattati telefonicamente sul telefono fisso: dall’altro capo del filo c’erano dei complici della coppia, che chiamavano dalla Polonia fingendosi un parente stretto, che riferiva all’anziano di essere ricoverato in ospedale a causa del Covid e di avere necessità di aiuti economici per sostenere le spese di cura. Facendo leva sul senso di disperazione delle malcapitate vittime i truffatori riuscivano a convincere l’anziano con lunghe telefonate. Nei casi in cui notavano qualche dubbio nell’interlocutore interveniva una seconda persona, che si fingeva il primario o un carabiniere: l’anziano di fronte a una figura autoritaria spesso si lasciava quindi convincere. In un caso il finto medico ha anche detto alla vittima presa di mira che il parente era appena svenuto perché non riusciva a respirare bene. In un altro episodio invece un anziano si è fatto prestare dei soldi da un vicino non avendo abbastanza contanti in casa.

Subito arrivava il complice

Alla fine della telefonata il finto parente annunciava all’anziano l’imminente visita a casa di un amico o incaricato dell’ospedale che di lì a breve sarebbe passato a ritirare soldi e beni preziosi. Poco dopo arrivavano puntualmente i truffatori: normalmente era l’uomo arrestato a fare visita agli anziani. Solo in pochi casi la potenziale vittima si accorgeva di qualcosa che non andava, e interrompeva la telefonata chiamando il parente accertandosi che andava tutto bene. I truffatori agivano più volte nella stessa giornata nella medesima città. Oltre ai casi accertati gli inquirenti stanno indagando su ulteriori episodi che hanno coinvolto altri centri del nord e centro Italia, per un danno stimato di altri 300mila euro, portando a 800mila euro il totale complessivo delle truffe perpetrate.

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Nella cartina i punti rossi rappresentano gli episodi già accertati, mentre proseguono le indagini per i casi rappresentati dai punti blu

L’arresto in un hotel

I due responsabili sono stati rintracciati e fermati in un albergo di Milano, dove è stata ritrovata la refurtiva delle truffe, tra contanti e gioielli. In parte sarà restituita ad alcune delle vittime che l’hanno riconosciuta come propria. I due, immuni da precedenti di polizia, facevano la spola tra la Polonia e l’Italia, trascorrendo alcuni periodi di soggiorno nel nostro paese prima di tornare a casa. Nel presentare l’attività di indagine la dirigente della Squadra Mobile di Varese Silvia Elena Passoni ha lanciato l’ennesimo appello agli anziani, invitandoli a dubitare di qualsiasi telefonata sospetta e di rivolgersi subito a parenti o vicini e alle forze dell’ordine. Un aspetto sottolineato anche dalla dottoressa Federica Recanello della Procura di Varese. «L’attenzione di Procura e Squadra Mobile – ha detto – è maggiore, perché abbiamo registrato un aumento di queste tipologie di truffe, un allarme sociale davvero elevato».