Malpensa e il ritorno alla normalità

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Unicomal si è interrogato su cosa si intende per ritorno alla normalità di Malpensa. Nell’accezione più diffusa stiamo piano piano tornando alla normalità aumentando il traffico dei voli, passeggeri e cargo. Ma se da una parte troviamo una società, la SEA, che per sua natura giuridica  deve produrre utili  societari e dividendi per  i propri soci, dall’altra parte troviamo un intero territorio, che per la pandemia dovuta al Covid  con il conseguente blocco forzato del traffico aereo, ha preso consapevolezza di quanto sia importante la vivibilità  creatasi senza la presenza di auto in eccesso, parcheggiate qua e là, con la riduzione del traffico veicolare e col silenzio indotto dall’assenza degli aerei in fase di decollo e atterraggio. Ciò ha consentito a molti di ascoltare i suoni della natura e del territorio.

 Quando si parla di ambientalismo evoluto ci si riferisce non soltanto alla difesa del creato, ma si deve analizzare e a trovare soluzioni idonee anche per gli ambienti urbani, i luoghi di lavoro e di socializzazione, guardando al bene e all’interesse comune e non ad una sua sola parte, come si sta evidenziando nella ripartenza. Se qualcosa avrebbe dovuto insegnare quanto accaduto nell’ultimo anno e mezzo atto di sacrifici e isolamento sociale è la necessità di affrontare la ripresa con un’ottica  fuori  dai tradizionali schemi finora applicati. In aggiunta va considerato che anche l’aspetto occupazionale e le condizioni lavorative mostrano situazioni drammatiche, come evidenziato da alcune sigle sindacali, con atteggiamenti aggressivi e vicini alla violenza  fisica nei riguardi degli operatori o come la riduzione dei costi aziendali nel comparto della logistica totalmente a carico dei lavoratori. Si vuole impostare un ritorno basato sullo sviluppo delle compagnie low cost  che, dopo aver incassato agevolazioni fiscali e sconti sul carburante, collezionano multe, come Ryanair, di 4,2 milioni di euro per mancato rimborso dei voli cancellati o di 35.000 euro da parte di ENAC per spese extra sugli accompagnatori di minori e disabili; questa compagnia è famosa anche nel non riconoscere alcuni diritti sindacali fondamentali ai lavoratori. Non crediamo che una ripresa seria  possa basarsi su tali presupposti. 

Oggi servono un atteggiamento e un impegno maggiore da parte delle istituzioni, diverso a fronte delle risorse economiche  messe in campo dalla Commissione Europea. Serve un nuovo metodo che sappia ascoltare le istanze dei cittadini di questo territorio,  rappresentato dagli amministratori locali che – da quanto si legge sulla stampa –   finora hanno spesso dimostrato di guardare  al proprio orticello  e non oltre la siepe, limitandosi ad uno sviluppo  basato su interventi viabilistici vecchi e superati dai cambiamenti climatici in atto e dalla trasformazione del mercato trasportistico mondiale. Costoro devono assumersi le proprie responsabilità senza ignorare ciò che sta accadendo a Malpensa, non valutando solo in base al proprio consenso elettorale ma, in quanto nostri rappresentanti politici e figure istituzionali, devono salvaguardare il bene comune e la salute del popolo italiano, come garantito dalla nostra Costituzione.

Unicomal: «Malpensa sostenibile? Senza la nuova ferrovia e il Masterplan 2035»

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