Varese, il questore Pepè: «Nel lockdown da Covid cittadini encomiabili»

varese questore pepè iseni
Da sinistra il questore di Varese Giovanni Pepè, l'editore di Malpensa 24 Fabrizio Iseni

VARESE – Le attività di polizia ai tempi del Covid, la quarantena, la riorganizzazione nella questura e nei commissariati per “tenere fuori” il virus. Ma anche come è cambiata la vita degli agenti in servizio nelle città e nei paesi deserti, ma anche allo scalo di Malpensa «dove i voli si sono ridotti fino a far viaggiare meno di 300 passeggeri al giorno» e dove «oggi i decolli crescono, come anche la nostra attività aeroportuale, soprattutto in vista del 15 giugno, quando riaprirà il T1». A parlare è il questore di Varese Giovanni Pepè, che oggi, lunedì 8 giugno, ha ricevuto nel suo ufficio del capoluogo Fabrizio Iseni, editore di Malpensa 24 e il direttore Vincenzo Coronetti.

I due mesi di lockdown come hanno cambiato il lavoro di controllo del territorio?
varese questore pepè iseni«Diciamo che il Covid ha cambiato il mondo, non solo la nostra operatività sul territorio. Che è stata mantenuta, anche se con obiettivi differenti rispetto al periodo pre coronavirus. In più abbiamo dovuto ragionare anche su una riorganizzazione interna. Il rischio di contagio, infatti, c’era anche per noi e quindi, oltre ad adottare tutti i sistemi di protezione personale in questura e nei commissariati, abbiamo  dovuto ragionare sui problemi di chi aveva necessità famigliari con i figli a casa e, non certo l’ultimo dei problemi, pianificare, quando se ne è presentata la necessità, la quarantena dei miei uomini e donne».

Come avete ridotto il rischio contagio del personale non potendo contare, per forza di cose, sullo smart working? 
«In effetti è stato uno dei temi affrontati. E ora posso dire che le linee che abbiamo deciso di adottare, anche grazie alla disponibilità di tutti, non hanno compromesso la nostra operatività. Dovendo fare un bilancio, qui in questura abbiamo avuto un unico caso, nessun contagio nei commissariati e qualcuno a Malpensa. Diversi invece i positivi tra gli agenti in servizio alla Stradale. Abbiamo risposto anche con le quarantene preventive, in alcuni casi. È chiaro che così facendo siamo stati costretti a ridurre il personale a disposizione, ma questa misura ci ha permesso di contenere il disagio e soprattutto tenere fuori, per quanto più possibile, il virus dai nostri posti di lavoro».

Tornando alla vostra attività, si può dire che il Covid ha messo in quarantena la microcriminalità, ma non il lavoro degli agenti?
«Vero. Nei due mesi di grande emergenza il fenomeno della delinquenza si è attutito, fino quasi a scomparire per alcune settimane.  È chiaro che gli obiettivi per quel periodo, davvero straordinario per tutti, sono cambiati. Ci siamo subito accorti che nella battaglia contro il virus il rispetto delle misure di contenimento era fondamentale e decisivo. E su questo obiettivo abbiamo tarato gran parte della nostra attività. Gli episodi legati alla microcriminalità sono di colpo calati, ma non scomparsi. Ricordo l’episodio dell’arresto di un pusher preso mentre spacciava a chi era in fila fuori dal supermercato».

Oggi, a due settimane dalla fine del lockdown, possiamo parlare di ritorno alla normalità? 
«Credo sia ancora presto. Forse sarebbe meglio parlare di un graduale ritorno alla vita pre covid. Si sta compiendo ora il procedimento inverso a quello che ha portato alla chiusura. Certo, da parte nostra siamo tornati a svolgere controlli, investigazioni e azioni di prevenzione. Il lockdown è finito per le gente, per le imprese e anche per i criminali. Possiamo dire che in questo caso, la prima attività che ha ripreso in anticipo sulla ripartenza è stata quella dello spaccio. Abbiamo poi riaperto gli uffici amministrativi e la gente sta tornando a chiedere i permessi legati a quelle che sono le attività normali. Però il nostro lavoro non è cambiato, anzi è doppio».

In che senso?
«Accanto al controllo del territorio e alle operazioni di contrasto alla criminalità portiamo avanti tutte le verifiche legate alla prevenzione della diffusione del Covid che sono ancora in vigore».

In tal senso, con la fine del lockdown, qual è stata la risposta della gente? 
«Direi encomiabile nei mesi di chiusura totale. Certo non sono mancati contravvenzioni e soggetti che hanno infranto le regole vigenti. E anche ora, basta girare per le strade, è raro vedere una persona senza mascherina indossata. Qualche problema si è registrato nel primo fine settimana di riapertura, soprattutto nei luoghi di ritrovo dei giovani. Però, in questo momento, posso dire di essere ottimista sotto questo profilo».

Il capo della polizia Gabrielli: «Sulle forze dell’ordine troppe polemiche inutili»

varese questore pepè malpensa 24 iseni – MALPENSA24