Varese, Raffo regala la sua biblioteca alla città. E stupisce: “Manca una mia statua”

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VARESE – Non smentisce, Mauro della Porta Raffo, il gusto per le iperboli, nemmeno questa volta. Nemmeno quando annuncia che regala i suoi libri, alcune migliaia, assieme a un considerevole numero di dvd alla biblioteca comunale di Varese. Ricordando la recente proiezione pubblica del docufilm “Due o tre cose che so di me”, biografia del giornalista, scrittore, saggista, polemista varesino, della Porta Raffo sottolinea via WhatsApp. “Manca soltanto una mia statua equestre in piazza per essere degnamente celebrato in vita!”.

Che scherzi può essere vero, ma anche no. Chi lo conosce sa perfettamente quale sia la sua cifra caratteriale, sostenuta da una vastissima cultura e, appunto, dalla capacità di stupire, a volte con l’ironia, altre volte con la consapevolezza di voler essere, anzi, di essere fuori dal coro. Ed eccolo, reduce dal long covid che gli ha procurato una serie di malanni, tornare sulla scena pubblica con la donazione a Palazzo Estense della sua biblioteca, ora ospitata nello studio della centralissima via Carrobbio. Un patrimonio importante, che il Comune accetta con una deliberazione del dicembre scorso. “Il tutto – scrive Mauro della Porta Raffo – debitamente catalogato dovrà essere messo a disposizione dei varesini. All’origine dell’operazione, la mia proposta al Sindaco Davide Galimberti il quale, entusiasta, ne ha parlato all’Assessore Enzo La Forgia. Questi, accompagnato dalla Direttrice della Biblioteca comunale Chiara Violini, ha fatto visita allo studio e ha poi proposto la delibera di acquisizione”. E’ così che domani 8 marzo e dopodomani 9, una ditta di traslochi provvederà a prelevare libri e dvd e a trasferirli nella nuova sede.

Se non è l’ennesimo coupe de theatre, poco ci manca. Raffo ci ha abituato a questo genere di sorprese. La sua vita ne è piena, forse di più. Soprannominato il “gran pignolo” da Giuliano Ferrara, quando dirigeva Il Foglio e il giornalista di Varese faceva le pulci scovando gli sfondoni dei colleghi sulla stampa nazional popolare, esperto di cose statunitensi senza aver mai messo piede in America, Mauro della Porta Raffo trova anche il modo di giustificare la sua richiesta di una statua equestre, spiegando da dove gli è venuta la singolare idea: “Ricordo quando Paolo Villaggio alla radio faceva domande assurde e a quanti non rispondevano diceva: peccato, avrebbe vinto una gigantografia di Ave Ninche a cavallo”. Così, per riderci sopra.

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