Zucche e meloni hanno la loro stagione

favola principe busto

di Gian Franco Bottini

E’ estate ed anche i giornali più impegnati cercano di fornire un po’ di leggerezza; questa viene dalla  Germania. Due anziani signori, ex impiegati postali e cardiopatici,  spariscono dall’ospizio dove sono  ricoverati e dopo molte preoccupate ricerche vengono rintracciati nel pieno di una kermesse “musicale” di  rockers metallari , vestiti, agghindati e pettinati in perfetta sintonia con l’ambiente circostante. Le tracce  che conducono al ritrovamento  sono fornite dalla direttrice dell’ospizio che rammenta la visita , di qualche  settimana prima,  di due nipoti  dei “veterani” che  si erano presentati  vestiti in maniera originale e si erano  lungamente intrattenuti  con i loro nonni con i quali avevano anche passeggiato nel  parco , dove si erano  appartati per farsi tutti insieme  una “sigaretta”, visto che  all’interno della struttura era ovviamente proibito fumare.
Gli inservienti, dice la direttrice,avevano chiuso un occhio sulla piccola trasgressione dei loro   assistiti, persino compiaciuti per il  clima festoso che si sprigionava da quel  “commovente “ quadretto  di  nonni e nipoti che,  viste le nuvole di fumo che salivano da dietro il cespuglio dove si erano  appartati, se la  stavano spassando un mondo e di “sigarette” se ne dovevano essere fatte più d’una.
Come i fatti, che avevano portato al loro ritrovamento, si  fossero concatenati fra loro  era stato spiegato daì due “viveurs” stessi che, cercando anche di fornire   giustificazioni a loro discolpa, avevano raccontato  che i due nipoti erano  venuti a  batter cassa, spiegando che per l’estate desideravano tanto  partecipare a  quella  kermesse metallara.
Tanto avevano magnificato il clima di quella  manifestazione che non solo avevano ottenuto  dai nonni il finanziamento sperato ma avevano talmente fatto loro venire l’acquolina in bocca che i due “giovanotti” ,  quatti quatti, avevano organizzata la fuga e il viaggio  “per buttarsi nella mischia” pure loro; insomma : erano  stati traviati dai loro nipotini “squinternati”.
Lavorando un po’ di fantasia  non ci è difficile immaginare che i nostri eroi, minacciati dalla direttrice di  espulsione, abbiano arrogantemente  risposto  che a loro poco importava della cosa, che di pastina e  “vecchie galline” ne avevano pieni gli “zebedei”, e che sarebbero  felicemente andati a vivere in quella allegra  tribù dove razzolavano i loro nipoti .
Che per l’età ci fossero o che oppure ci facessero, i due, per giustificasi , avevano cioè furbescamente  cercato di  capovolgere il luogo comune e dimostrare che “le colpe dei  nipoti ricadono sui nonni”.
D’estate ci sta tutto e le vacanze sono già di loro sinonimo di esasperazione, se non di trasgressione;  basta  guardarsi un po’ in giro per capire l’origine di quell’atto di simpatica  ribellione che ha portato i due vegliardi  tedeschi all’onore delle cronache. Dignitosi signori, che per tutto l’anno difendono le loro canute chiome al massimo con degli sciampo  tendenti all’azzurrino (non osando di più!) te li puoi ritrovare in qualche balera di Riccione con una  capigliatura corvina e delle camicie slim che mettono a dura prova la tenuta dei bottoni, che potrebbero in  ogni momento trasformarsi in proiettili in grado di attentare all’incolumità delle compagne di danze. Le quali compagne, reduci da una rinfrescatina  con le miracolose “punturine”, ostentano degli ingessati  sorrisi e sono costrette a visitare, ogni quarto d’ora, la frequentatissima toilette della balera per tenere sotto controllo la mimetizzazione di tutte quelle “rughette” che creano tanta insicurezza.
Di questo ingenuo e commovente rito di attaccamento alla giovinezza  se ne parlava  già nella mitologica  notte dei tempi; forse oggi  il consumismo ne ha, a volte anche ridicolmente, accentuato i contorni e l’estate rappresenta sicuramente l’esaltazione. Non c’è da preoccuparsi ( se non si arriva a dei  pericolosi eccessi come quelli dei due tedeschi) se non delle  delusioni  inevitabili che accompagneranno il ritorno a casa, quando  ci si accorgerà che, al di là di qualche  più o meno gradevole ricordo, il  tempo non ha portato nulla di nuovo se non la certezza che lui non si è  fermato e che non ha nessuna intenzione di farlo. E non c’è nemmeno da fare un bigotto discorso di “dignità”; a quella noi non ci dobbiamo proprio pensare perché al ritorno in città ci accorgeremo che il  nostro Governo avrà abbondantemente provveduto lui a preservarcela,con il suo generosissimo  “Decreto  Dignità”.
Ci siamo scambiati qualche battuta telefonica  sull’argomento,con il nostro Pensionato di stanza a Varigotti, condividendo, più o meno,  le stesse  considerazioni. Lo abbiamo trovato disteso( quasi allegro) e sulla  questione stranamente accondiscendente:” Ma si, se gh’è de mal a vegh un po’ de fantasia; basta  sapere  che la vita non si ferma……anzi l’è bona  se non si ferma! ”.
E dopo questa  riflessione, stranamente rilassata per il suo carattere, siamo certi di non sbagliare se  ce lo  immaginiamo anche lui  con camicia a fiori, capigliatura “biondo menopausa”, baffetto da ballerino di tango, sigaretta con bocchino all’angolo della bocca,seduto al tavolo di un  bar del centro, intento a strizzare l’occhio alle vedove più “gonfiate ” di Varigotti. Conscio però che, come lui aveva poi concluso: “Bisogna semper  ricurdà però che zuc e melon i g’han la sua stagion!”.

 

Zucche meloni bottini – MALPENSA24