VARESE – Uno dei fenomeni più rilevanti attualmente in provincia di Varese sotto il profilo economico è l’esplosione dei supermercati. Continuano a susseguirsi nuove aperture in tutto il varesotto: una tendenza che non smette di far discutere, con tante voci che di volta in volta si alzano contro le aree di vendita che vedono la luce. Una ricerca firmata dalla Bocconi ha analizzato l’impatto economico del settore, focalizzandosi su un marchio in particolare.
L’impatto di Lidl
L’indagine mette sotto i riflettori l’espansione di Lidl, una delle catene che si sono maggiormente sviluppate in questi ultimi anni sul territorio di Varese e dintorni, tra punti vendita inaugurati e altri in fase di realizzazione o progettazione. A condurre la ricerca, intitolata “Il contributo di Lidl al Sistema Italia”, è stata la Sda Bocconi School of Management. L’anno di riferimento è il 2020, quando Lidl ha generato impatti complessivi (tra ricadute dirette, indirette e indotte) sul Pil della Provincia di Varese per circa 64 milioni di euro, pari al 15,6% del valore totale realizzato dai principali player della Gdo che operano nella zona.
1600 posti di lavoro
Sempre secondo lo studio Lidl Italia genera 1600 posti di lavoro tra lavoratori diretti, indiretti e relativi all’indotto, pari all’8,9% dell’occupazione prodotta dal settore nella provincia di Varese. In occasione dei 30 anni di presenza in Italia nel triennio 2022-2024 Lidl investirà 1,5 miliardi per l’apertura di 150 nuovi posti vendita nel paese e per il potenziamento della rete logistica. Dagli attuali 700 store si arriverà a 1000 store in tutt’Italia entro il 2030. In tutta la penisola sono previsti oltre 6000 nuovi posti di lavoro entro il 2024. «Immagino i prossimi 30 anni ricchi di nuovi ambiziosi traguardi che segneranno il nostro percorso di miglioramento continuo, con la volontà di essere sempre più il punto di riferimento per la spesa degli italiani», commenta Massimiliano Silvestri, presidente di Lidl Italia.
