A Malpensa un aereo e 4 rotte: risposta Ryanair a stop Air Italy. E attacca Alitalia

MALPENSA – Nessun interesse a rilevare Air Italy, ma la risposta di Ryanair allo stop della compagnia italo-qatariota si fa subito sentire: in campo un nuovo maxi-investimento da 100 milioni di dollari su Malpensa (e altrettanti su Orio al Serio), per aggiungere un aeromobile in più alla flotta che fa base in brughiera e aprire quattro nuovi collegamenti (Barcellona, Cagliari, Alghero e il ripristino della rotta su Tenerife-Sud). Ma anche un attacco ad Alitalia, che si “mangia” i proventi della tassa d’imbarco: «I soli passeggeri di Air Italy hanno pagato oltre 30 milioni di euro di tasse municipali, la maggior parte delle quali va ad ex dipendenti Alitalia».

La mossa di Ryanair

«Siamo dispiaciuti per la vicenda di Air Italy e non la stiamo sfruttando – mette le mani avanti David O’Brien, il braccio destro del numero uno della compagnia low cost Micheal O’Leary – noi proseguiamo la nostra crescita indipendentemente da questa vicenda». Però è indubbio che le mosse del vettore irlandese sono la diretta conseguenza del vuoto che si verrà a creare con lo stop ai voli di Air Italy. A Malpensa, annuncia Ryanair, arriverà un aeromobile aggiuntivo, per un investimento da 100 milioni di dollari, portando la sua base in brughiera a quota sei velivoli, per operare quattro nuove rotte: Barcellona (con 9 voli a settimana), Cagliari (volo giornaliero) e Alghero (con 4 voli a settimana), oltre al ripristino del volo bisettimanale per Tenerife-Sud. Presto verranno svelati anche i voli aggiuntivi che il vettore irlandese programmerà sulle rotte esistenti: attualmente sono in tutto 25 quelle operate in brughiera, per 3,03 milioni di clienti all’anno (seconda compagnia a Malpensa dopo easyJet), con un impatto pari a 2.272 posti di lavoro generati sul territorio.

Ryanair non rileverà Air Italy

Nelle scorse ore erano circolate anche voci di un possibile investimento di Ryanair su Air Italy, subito smentito dal chief commercial officer della compagnia irlandese David O’Brien, nella conferenza stampa che si è tenuta oggi, giovedì 13 febbraio, a Milano: «Un’acquisizione fine a se stessa non è produttiva. Non abbiamo interesse in Air Italy. Se l’azionista principale non ha avuto interesse a investire di più, perché dovremmo averne noi?». Quello che è possibile per Ryanair, in questa fase, è introdurre una seconda base in Sardegna, a Olbia, che potrebbe dare modo anche di assorbire parte del personale lasciato a casa dalla ex Meridiana.

Frecciate ad Alitalia

Ma il numero due di Ryanair non rinuncia nemmeno a fornire una sua personale lettura sull’ingloriosa fine dell’avventura del secondo vettore italiano: «Forse si aspettavano un altro ambiente di investimento…quando Qatar Airways ha investito in Air Italy forse si aspettava che Alitalia non rimanesse in vita così a lungo». E ancora: «Il loro personale navigante era il 50 per cento, il nostro e’ l’85 per cento. Questo dato la dice lunga sull’efficienza delle compagnie aeree». Ma tra i motivi possibili del «crollo» della compagnia aerea che aveva scelto Malpensa come hub, O’Brien mette in luce anche il pericolo costituito dall’addizionale comunale sui diritti d’imbarco, «che carica un peso intollerabile sugli aeroporti regionali più piccoli. I soli passeggeri di Air Italy hanno pagato oltre 30 milioni di euro di tasse municipali, la maggior parte delle quali va a ex dipendenti Alitalia anziché ai Comuni». Una battaglia che Ryanair fa da tempo, rinfacciando alla politica italiana un po’ troppa attenzione nei confronti dell’ex compagnia di bandiera. «Ci lamenteremo all’Unione Europea» fa sapere O’Brien, riferendosi ai trattamenti di favore ad Alitalia.

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