Reinserimento occupazionale Air Italy: c’è l’accordo per i sardi, non per i lombardi

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MALPENSA – Lo scorso settembre, alla sottoscrizione dell’accordo per i 10 mesi di cassa integrazione garantiti ai 1453 dipendenti licenziati da Air Italy, le Regioni Lombardia e Sardegna si erano impegnate a definire un percorso di politiche attive per dare un futuro occupazionale al personale lasciato a terra dalla ex Meridiana. Due mesi dopo la giunta regionale sarda ha mantenuto l’impegno per i 550 residenti sull’isola, mentre a Palazzo Lombardia è calato il silenzio su tutti gli altri che erano basati a Malpensa.

L’impegno in Sardegna

In Sardegna l’accordo per la salvaguardia occupazionale dei lavoratori Air Italy è stato siglato nei giorni scorsi tra l’assessorato del Lavoro della Regione, le organizzazioni sindacali e la compagnia aerea in liquidazione, grazie alla concertazione di Aspal, Agenzia per le politiche attive del lavoro. E’stato predisposto un Piano delle politiche attive per la promozione del reinserimento occupazionale che mira a mantenere e a valorizzare le competenze professionali acquisite. In particolare grazie ad Aspal, spiega Marco Bardini del sindacato Anpav, «verranno attivati i corsi per il mantenimento delle qualifiche. Non volando per lungo tempo si rischia infatti di perdere le certificazioni che per un pilota e un assistente di volo sono tutto».  I destinatari dei percorsi individuati sono tutti i lavoratori Air Italy in cassa integrazione residenti o domiciliati in Sardegna o aventi base in Sardegna alla data di attivazione della misura di ammortizzazione sociale. Sono circa un terzo del totale.

Il silenzio in Lombardia

E per tutti gli altri che erano basati a Malpensa, l’aeroporto che nei piani di Air Italy (tragicamente falliti in meno di due anni) sarebbe dovuto diventare l’hub di riferimento? «Noi come Anpav e anche altri sindacati abbiamo mandato diverse richieste, ma non abbiamo ottenuto risposta», spiega Bardini. «E’come se avessero alzato un muro. E’un atteggiamento incomprensibile che, se persisterà, ci costringerà a tornare con le bandiere sotto il palazzo della Regione. C’è un accordo firmato: auspichiamo che la Lombardia mantenga gli impegni così come ha già fatto la Regione Sardegna».

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