Al via l’anno accademico della Liuc di Castellanza. «Cantiere d’innovazione»

CASTELLANZA – La “fabbrica di talenti” punta al cambiamento con i suoi «cantieri d’innovazione». È la missione che il Rettore dell’Università Cattaneo Federico Visconti ha delineato nel suo lungo intervento di apertura dell’anno accademico 2022/2023 della Liuc, questa mattina 7 novembre nell’aula magna dell’ateneo delle imprese di Castellanza. «Per migliorare bisogna cambiare» il messaggio del Rettore, in una delle sue proverbiali citazioni (in questo caso da Churchill), idealmente rivolto a tutti i 2850 studenti iscritti all’università (più 57% dal 2015).

La cerimonia

L’inaugurazione dell’anno accademico della LIUC torna alla normalità, dopo la cerimonia di un anno fa nell’hangar di Malpensa in occasione del trentennale e all’uscita dai lockdown Covid. «Ripartiamo da un tema, quello della sostenibilità, che è stato tra i cardini di questo trentennale» annuncia il presidente Riccardo Comerio, facendo da apripista alla prolusione ufficiale del professor Giovanni Azzone, già Rettore del Politecnico di Milano (dal 2010 al 2016) e Presidente dell’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM, con centinaia di ricercatori di tutto il mondo).

La sfida della sostenibilità

L’Università Cattaneo rivendica il suo ruolo di motore di innovazione. «Le competenze tecniche non bastano – ammette l’imprenditore e presidente Liuc Riccardo Comerio – lo sforzo è di dare ai nostri studenti competenze soft, quelle life skills, che risultano sempre più importanti per affrontare la pratica lavorativa quotidiana». Quella della sostenibilità, tracciata dal professor Azzone, è una delle sfide che le imprese, ma anche le università, si trovano ad affrontare: «Verso l’esterno, l’università può essere attore di cambiamento. Al suo interno, deve rendersi sostenibile».

La parola del Rettore

Segno del cambiamento sono i «cantieri della “LIUC del fare”» che il professor Federico Visconti ricorda nella sua lunga dissertazione. Dall’internazionalizzazione ai progetti in fase di start-up (Green Transition Hub, Business analitycs, Labskill, Heritage hub) e a quelli in via di consolidamento (i-Fab, IEC, Fabula, Health Datascience Lab, Exsuf, Contamination Lab), fino alla sfida di Mill, lanciata da Confindustria Varese. E dopo aver sintetizzato una lezione sulla differenza tra good e bad management (e chi ha orecchie per intendere…), “scomoda” la sindrome di Godot, la tela di Penelope e la lezione di Pollicino per chiarire che «per non finire paralizzati o impaludati dobbiamo affrontare le sfide che la storia ci pone».

Oltre la palude

Fino a citare Martin Luther King, Sergio Marchionne e il suo maestro Vittorio Coda, professore emerito alla Bocconi, per sollecitare un cambiamento che passi dal trasformare una visione in realtà e che poggi su regole, meccanismi e persone. Superando i bastoni tra le ruote tipici del sistema Italia: «Le paludi esistono, inutile negarlo, e la conseguenza è che i processi di cambiamento in Italia, Paese che ne ha una stringente necessità, stentano a decollare – rimarca Visconti – per non finirvi impantanati bisogna assumersi le proprie responsabilità, punto».

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