Albergo di via Magenta, Maffioli: «Leva di sviluppo. E ora Busto punti sul turismo»

BUSTO ARSIZIO – «Il rilancio dell’albergo di via Magenta? Un obiettivo centrato, ma anche una potenziale leva per un ulteriore sviluppo economico della città». La vicesindaco e assessore alla partita Manuela Maffioli non nasconde l’orgoglio per una novità che rappresenta una risposta concreta a quel percorso iniziato al tavolo dello sviluppo economico insieme alle associazioni di categoria Confindustria, Confcommercio e Confartigianato. «Uno studio e azioni messe in campo – spiega l’assessore leghista – a partire dall’evidenza, empirica e nei dati dei B&B regolarmente sold out, di una carenza di posti letto che, in una città così grande e ricca di offerte – in ambito sportivo, culturale, formativo, legale, sanitario, sociosanitario e delle imprese, dai manutentori ai rappresentanti – faceva emergere il quadro di una grande opportunità mancata che andava ad alimentare le strutture alberghiere dei comuni limitrofi».

II percorso per il rilancio della ricettività

«Siamo partiti esercitando una moral suasion, anche con appelli pubblici, per attrarre potenziali investitori a cui far giungere un messaggio positivo sulla capacità di Busto di generare un volume d’affari in ambito alberghiero e dell’ospitalità, fino al convegno Busto Lab che ha ottenuto una risposta molto incoraggiante con la presenza di diversi operatori tra cui lo stesso Frederick Venturi». Il presidente di Federalberghi che poi insieme a due soci imprenditori del settore dell’hotellerie ha deciso di investire sul rilancio dell’albergo di via Magenta, che era una delle due strutture chiuse da tempo (l’altra è l’Astoria di viale Duca d’Aosta), citate nel convegno. «Ma non abbiamo inventato niente – rivela Maffioli – abbiamo preso atto della situazione reale e ci siamo messi in gioco, nel perimetro di quel che ci competeva, per sensibilizzare, far incontrare la domanda e l’offerta e far capire che Busto è una realtà in cui vale la pena investire. Ringrazio gli imprenditori che hanno colto questa occasione».

«Leva di ulteriore sviluppo»

E dunque si può dire che l’obiettivo di quel percorso sia stato quasi centrato. «Sì, ma spesso può essere l’offerta a generare la domanda – ribatte l’assessore – non è detto che la nuova disponibilità di posti letto, tra le 16 Scia in ambito extralberghiero e il rilancio dell’albergo di via Magenta, finiscano per saturare la domanda. Potrebbe essere una leva e un volano per un ulteriore sviluppo. Anche perché alberghi e B&B un target di clientela che in parte è intercambiabile ma in buona parte, a detta degli operatori stessi, si differenzia perché servizi e modo di alloggiare sono diversi». Non solo, la presenza di una struttura come quella di via Magenta rappresenta di per sé «un potenziale moltiplicatore di sviluppo economico», se Busto saprà intercettare i visitatori in arrivo in hotel e, ad esempio, «far scoprire loro altre ragioni per visitare la città».

I prossimi passi

Di certo l’impegno dell’amministrazione comunale non si esaurirà. Anzi: «Un fronte su cui continueremo a lavorare è il potenziamento dell’attrattività della città fino ad arrivare a parlare di vocazione turistica – fa notare Manuela Maffioli – in particolare per il turismo industriale, filone su cui abbiamo già puntato con la rete Miva di cui il nostro Museo del Tessile è capofila e di cui si è fatto cenno anche nella recente assemblea di Confindustria Varese. A partire dal recupero del patrimonio di archeologia industriale, anche con i fondi del PNRR, manterremo uno sguardo vigile rispetto alle trasformazioni architettoniche che la città e il territorio affronteranno nei prossimi anni: da lì potrebbero nascere ulteriori occasioni di sviluppo economico. Ricordo poi che a giugno, in concomitanza con ITMA, la fiera internazionale dell’abbigliamento e dei macchinari tessili, tre imprenditori tessili della città hanno organizzato a Busto serate con i loro clienti italiani e stranieri, anche con visite guidate al Museo del Tessile, mentre al Tavolo dello Sviluppo economico sono state ascoltate le Agenzie turistiche della città. Se saremo bravi, e se tutti gli attori chiamati a concorrere saranno disponibili e capaci, non è escluso che tra qualche anno la nostra città non possa parlare anche quel linguaggio». Quello del turismo. Ambizioso? Forse. Ma la vicenda dell’albergo può essere da lezione: a volte osare porta a risultati concreti.

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