Busto, i “No Inceneritore” insistono: «Subito l’indagine epidemiologica»

Nel riquadro, Emanuele Fiore

BUSTO ARSIZIO – «Occorre effettuare al più presto una ampia, seria e dettagliata analisi epidemiologica sugli effetti sulla salute della cittadinanza che abita nelle zone di ricaduta dei fumi dell’inceneritore borsanese». A ribadirlo è il Comitato “No Inceneritore”, che torna alla carica sulla questione dopo aver notato quella che viene definita come «una incomprensibile rilassatezza» nel dare concretezza ad un impegno preso dal sindaco Emanuele Antonelli in consiglio comunale e avallato anche dalla stessa Neutalia in commissione territorio.

«Subito l’indagine»

«Purtroppo la salute non è ai primi posti nei pensieri della nostra amministrazione – fa notare Emanuele Fiore, consigliere di minoranza per il gruppo Popolo Riforme e Libertà e tra i fondatori del comitato No Inceneritore – mi aspetto che nel prossimo consiglio comunale di gennaio venga data la massima priorità alla mia mozione sull’indagine epidemiologica, che il consiglio comunale si allinei al voto in commissione e quindi che sindaco, giunta e Neutalia si attivino immediatamente per dare avvio al completamento dell’indagine. Siamo una delle città più inquinate d’Europa e d’Italia: noi lo abbiamo sempre ricordato e finalmente lo ammettono anche i vertici Agesp, nelle dichiarazioni di fine anno. In una città con questo livello di inquinamento, con 50 anni di incenerimento alle spalle, un traffico di camion che vanno all’inceneritore già incrementato del 30% passando da 123 a 180 al giorno (fonte Neutalia in risposta al consigliere Brunini di Magnago), con una prospettiva di convivenza con il termovalorizzatore almeno per altri 25 anni (per non dire a vita), è quanto mai urgente e doveroso fare una fotografia dello stato di salute della popolazione».

La nota del Comitato No Inceneritore

Sono oramai trascorsi sette mesi da quando, nel luglio scorso, è stata presa in in considerazione la ferma richiesta di Emanuele Fiore al sindaco di Busto Arsizio, di effettuare al più presto una ampia, seria e dettagliata analisi epidemiologica sugli effetti sulla salute della cittadinanza che abita nelle zone di ricaduta dei fumi dell’inceneritore borsanese. Nonostante i solleciti dello stesso Fiore, che di recente avevano ricevuto una – seppur tiepida – adesione da parte di Neutalia stessa, i tempi si sono notevolmente allungati, nonostante l’invio di ulteriore materiale che, sempre a firma dell’epidemiologo Dr. Paolo Crosignani, il comitato No Inceneritore ha fornito per perorare la sapiente e positiva scelta dell’amministrazione comunale di mettere la salute al centro dell’interesse pubblico. Nel frattempo l’attività dell’inceneritore ha continuato inesorabile ed imperturbabile il suo percorso: è stata fatta ripartire la seconda turbina – che era stata danneggiata dall’ormai dimenticato incendio del 2020 (non coperto da assicurazione) e che aveva pesantemente messo alle corde la SpA Accam. La quale nel frattempo ha chiuso scaricando tutti i suoi debiti sul groppone di Neutalia srl, dove Agesp spa e dunque Busto Arsizio è socio al 33%. È stata poi costituita un’ATI (Associazione Temporanea di Imprese) che comprende Agesp Energia srl, Neutalia srl, Amga spa, per ottenere finanziamenti ultramilionari dal PNRR per il collegamento del teleriscaldamento bustocco e legnanese all’inceneritore. Pur trattandosi di aziende e danaro pubblico sono pochi i documenti messi a conoscenza ma appaiono chiare le difficoltà di Agesp Energia il cui bilancio al 31.12.2021 mostra pesanti perdite, e la situazione economica al giugno 2022 non mostra miglioramenti sostanziali. Si comincia a parlare di vendita della società e di assoluta necessità di effettuare il collegamento del teleriscaldamento gestito da Agesp Energia. Condizioni similari sembrano verificarsi anche con per il teleriscaldamento del socio legnanese, AMGA, e anche lì si ravvisa l’ineluttabile necessità di collegarsi a Neutalia per far quadrare i conti. Peraltro, non è nemmeno chiaro se Neutalia stessa ed il suo inceneritore, possano fare a meno del miglioramento dell’efficienza energetica dell’impianto, dovuta a questo collegamento, soprattutto in vista delle scadenze autorizzative (rinnovo Autorizzazione ambientale integrata-AIA entro fine di Febbraio 2023). Se dovessimo farci l’idea dalla documentazione parziale circolata, verrebbe quasi da chiedersi se non si tratti di un nuovo salvataggio dopo quello di ACCAM. Insomma ci troviamo nella situazione in cui deve essere salvato il salvatore? Resta il fatto che, a fronte di una grande efficienza nel portare avanti i passaggi verso questa soluzione, ci troviamo invece di fronte ad una incomprensibile rilassatezza nell’organizzarsi per avviare una dettagliata e completa indagine epidemiologica per rilevare se il passato di 50 anni di ACCAM e di incenerimento non abbia prodotto e continui a produrre danni così gravi alla salute dei cittadini, tali da non consentirne il proseguimento dell’attività, seppur con tecnologie migliorate, e con enormi investimenti pubblici. Una attività di così cruciale interesse per la salute pubblica dovrebbe sempre precedere (e non seguire) scelte cruciali in cui ingenti capitali pubblici sono e saranno investiti. Ecco perché il Comitato No Inceneritore si aspetta risposte ed azioni rapide, che onorino gli impegni presi sette mesi fa.

busto arsizio indagine epidemiologica – MALPENSA24