Caso camici, prosciolto Fontana. Niente processo per il governatore della Regione

MILANO – Caso camici: il presidente della Regione Attilio Fontana è stato prosciolto e non andrà a processo perché “il fatto non sussiste”. Le accuse nei confronti del governatore lombardo sono “cadute” tutte anche in sede di appello, confermando quanto già sentenziato in primo grado nel marzo 2022.

Linearità di condotta riconosciuta

Il presidente della Regione ha già espresso un primo commento di soddisfazione spiegando che è sempre una grande gioia vedere riconosciuta «la propria linearità di comportamento».

Prosciolti anche il cognato di Fontana, Andrea Dini e tre dirigenti della Regione Filippo Bongiovanni, ex direttore generale di Aria, la dirigente a capo dell’ufficio acquisti di Aria, Carmen Schweigl e Pier Attilio Superti, vice segretario generale di Regione Lombardia.

La Corte d’appello di Milano ha respinto così il ricorso presentato dal sostituto procurato generale Massimo Gaballo, in linea con la tesi dei pm di Milano Carlo Scalas e Paolo Filippini contro il proscioglimento arrivato in primo grado il 13 maggio 2022 dal Gup di Milano Chiara Valori. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.

Le reazioni

«Finalmente giustizia (tardiva) è fatta – ha dichiarato Fabrizio Cecchetti, segretario d’aula alla Camera dei Deputati e coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier – Finalmente sulla vicenda dei camici siamo arrivati al completo  proscioglimento di Attilio Fontana, finalmente è acclarata l’assoluta correttezza da parte del governatore, niente di niente. Ma in mezzo ci sono stati tre anni in cui Fontana è stato additato dal PD, soprattutto, e dalle opposizioni e dai loro partiti, come il peggiore dei malfattori. Chi gli domanderà scusa per tutto il fango che ha ricevuto in questi anni? Chi gli restituirà tutto questo tempo trascorso sulla graticola degli accusati ingiustamente? Certo alla fine ha prevalso la giustizia, ma soltanto dopo tre anni infernali per Attilio Fontana e per la Lega che lo ha sempre convintamente sostenuto. Ora avanti tutta Attilio, avanti a lavorare in serenità, per la Lombardia, il suo territorio e i suoi cittadini».

Il consigliere della Lista Fontana – Lombardia ideale Giacomo Cosentino ha affermato: «Sull’onestà e la correttezza del presidente Fontana non c’è mai stato alcun dubbio e la verità sulle sue azioni era già ampiamente emersa. Oggi diciamo che è stata scritta l’ultima definitiva parola sulla limpidezza di una persona, prima ancora che di un amministratore, che non meritava tutto il fango che gli è stato gettato addosso nell’ambito di un’indegna campagna d’odio, condotta da parti politiche e di stampa che non si sono mai volute arrendere al fatto che Fontana fosse un Governatore capace, rispettato e amato dai lombardi, come le ultime elezioni regionali hanno dimostrato. Oggi, nel giorno di questa ulteriore conferma, gioiamo con lui, ancora più sereni e determinati nel proseguire il nostro lavoro per il futuro della nostra Regione e per il bene della nostra comunità».

Infine Federico Romani, presidente del Consiglio regionale: «Oggi per le nostre istituzioni è sicuramente una bella giornata, perché la notizia della decisione della Corte d’Appello conferma la correttezza dell’operato del Presidente Fontana e di Regione Lombardia. Anche se non avevo dubbi sull’esito della vicenda, la notizia mi fa comunque felice perché rende merito in modo inequivocabile al buon governo lombardo del centrodestra e soprattutto gratifica e rassicura i nostri cittadini che ancora una volta sanno di poter contare sulla trasparenza e l’onestà dell’amministrazione regionale». 

Fontana: «Sono contento»

In merito si è espresso lo stesso Attilio Fontana.

Sono contento e mi aspettavo questa conferma perché ho sempre agito nell’interesse dei lombardi che ho l’onore di rappresentare. Hanno parlato in tanti, a sproposito e dal divano di casa, mentre qui in Regione tutti, dirigenti, dipendenti, staff, lottavamo in prima linea lasciando perdere le polemiche. Voglio ringraziare gli avvocati e chi non ha mai dubitato del nostro operato e ci ha dato la forza di andare avanti, nonostante tutto. Grazie, grazie di cuore. Spero che questa notizia arrivi a quante più persone possibile, perché dopo il discredito, venga ristabilito il giusto riconoscimento a chi, per mesi e anni, ha lavorato sodo e in silenzio.