Centrodestra Varese: aria di rivoluzione ai vertici di Forza Italia, Lega e Fratelli

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A sinistra il commissario cittadino Lega Angioy; in alto i forzisti Battaglia e De Filippis e il tesseramento di Zocchi

VARESE – Movimenti tellurici dentro i partiti del centrodestra. Anche se non tutti i sussulti sono legati all’esito elettorale. Cambio al vertice di Forza Italia, già lasciato intendere in tempi non sospetti, a questo punto solo da ufficializzare. Nuovi ingressi in Fratelli d’Italia, dove Luigi Zocchi era schierato come indipendente. Fino a ieri. E possibili scenari rispetto alla sede della Lega di piazza del Podestà. Ma andiamo con ordine.

Cambi in casa Forza Italia Varese

E partiamo dalla situazione relativamente più semplice, ovvero da Forza Italia.

Il partito di Berlusconi è commissariato a tutti i livelli. Da tempo, anzi dal tempo della Mensa dei poveri. Indagine giudiziaria che ha di fatto spazzato via tutti i vertici azzurri e innescato il percorso del rinnovamento. Che in provincia di Varese porta la firma del senatore Giacomo Caliendo e del suo vice Giuseppe Taldone. I quali continueranno (almeno non ci sono segnali contrari per ora) e guidare il provinciale forzista. Cosa differente invece per la sede cittadina. Dove, secondo alcune indiscrezioni, Piero Galparoli pare abbia dato seguito a quanto aveva più o meno lasciato trapelare in campagna elettorale. Ovvero: “Comunque vada, lascio il ruolo di commissario”.

Ed è andata molto bene per i forzisti e la lista Varese con Bianchi dove c’erano anche Noi con l’Italia e il Popolo della famiglia. Ma l’ottimo risultato elettorale (la lista è arrivata a un’incollatura dalla Lega primo partito in città) non ha comportato il cambio di idea in Galparoli. Chi al posto suo? Forza Italia in questi due anni ha prima cercato di salvare il salvabile, poi ha lavorato sulla ricomposizione dei cocci e infine (il percorso è tutt’ora in itinere) sta lavorando sul rinnovamento e sul tentativo di coinvolgere nuove forze ed energie.

Obiettivo che si tradurrà sulla guida del partito a livello cittadino con Domenico Battaglia che dovrebbe raccogliere il testimone di commissario proprio da Galparoli e Alessia De Filippis, candidata all’esordio nella lista Varese con Bianchi sua vice. Senza escludere però dal ragionamento per la segreteria Giossi Montalbetti. Un ritorno nel partito il suo e figura sulla quale i forzisti varesini puntano. Dalla sua, infatti, giocano l’anagrafe e l’esperienza. Caratteristiche che Montalbetti potrebbe mettere a sistema nella prossima fase di consolidamento di una lista che, cammin facendo in campagna elettorale, ha mostrato di avere le caratteristiche per poter diventare un gruppo. Insomma gli spazi, i ruoli da ricoprire e gli obiettivi da raggiungere non mancano.  Se si aggiunge poi che Varese con Bianchi può contare anche su un buon numero di giovani.

Ma i cambi forzisti non si fermeranno a Varese. E arriveranno anche a Busto Arsizio, dove al momento il commissario è Piero Galparoli. Qui però, a differenza di Varese, la discussione è tesa. Da un lato, infatti, c’è Orazio Tallarida che, anche sulla base del risultato elettorale e della lunga militanza, picchia i pugni sul tavolo per voler prendere in mano il partito, dall’altro resta in piedi la soluzione Alessandro Chiesa. Ipotesi però che al momento trova poche sponde nei livelli provinciali. Per questo si sta cercando una terza via, che al momento però non si vede nemmeno sulla linea d’orizzonte.

Fratello Zocchi

E’ stato sedotto e abbandonato (in modo particolare dalla Lega) come possibile candidato sindaco del centrodestra. Ma una volta incassato il “niet” ha deciso di comunque di giocare la partita delle amministrative varesine. Da candidato consigliere, in lista, come indipendente, con Fratelli d’Italia e sostenuto dal Circolo Tricolore di Mariella Meucci. I Fratelli però non hanno certo accolto Luigi Zocchi con rose e tappeto rosso (si veda la storia del capolista, ruolo che avrebbe dovuto ricoprire il presidente di Federfarma, ma che è stato assegnato a Salvatore Giordano per acquietare le acque del partito).

Zocchi però, che gode anche della stima di Daniela Santanché e di Mario Mantovani, ha sempre tenuto un basso profilo sulle questioni politiche. Scantonando ogni insidia polemica. E rispondendo “nell’urna”. Dove è uscito come il più votato tra i Fratelli. Le preferenze sono state 129: tante o poche che siano, sufficienti per mettere in pole position per il ruolo di capogruppo a Palazzo Estense. Con un piccolo dettaglio a suo sfavore: la mancanza di tessera di partito in tasca. Gap colmato, perché da ieri Luigi Zocchi è un tesserato di Fratelli d’Italia.

Che succede al Garibaldino?

La scighera, fenomeno quasi del tutto scomparso in natura, ammanta invece la sede del Garibaldino. Il primo piano dell’elegante palazzo che si affaccia su piazza del Podestà, dove si trova il covo leghista, è invaso dalla tipica nebbia mattutina. Che si è alzata dopo i risultati elettorali. E addensata sulla scia del caso Maroni – Lamorgese. Polemica, tutta in seno leghista, che ha abbassato i fari sulla guida della sezione.

Da ieri (giovedì 21 ottobre), infatti, gira voce che il commissario cittadino Cristiano Angioy sia intenzionato a passare la mano. “Per questione di stile – confidano i leghisti vicini al commissario – dal momento che l’esito elettorale non lo si può certo imputare a lui. Tutte le scelte più importanti sono state prese sopra la testa della sezione locale. E nonostante questo non ha mai mollato”. A quali scelte fa riferimento il sussurro leghista? C’è solo l’imbarazzo della scelta: dal derby Bison – Maroni, al tirare lungo in attesa e in difesa del Bobo candidato, senza dimenticare la “giostra del fuoco” che ha bruciato una lunga serie di possibili candidati, prima di arrivare a Matteo Bianchi. Nome, checché se ne dica, calato dai vertici romani del Carroccio e solo successivamente condiviso dai varesini.

Ma questa è storia o quasi. Resta da capire, qualora le voci su Angioy venissero confermate, quale direzione prenderà la Lega. Cerino questo tra le mani del commissario provinciale Stefano GualandrisPoiché a seconda di chi sarà il commissario si potrà capire quale direzione prenderà il partito. E se la scighera si dissolverà con l’arrivo dei primi raggi di sole.