Contributo volontario, polemica al Verri di Busto: «O paghiamo o niente iscrizione»

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BUSTO ARSIZIO – «E’ un contributo volontario, ma se non lo paghiamo non accettano l’iscrizione di mio figlio a scuola». Anche al Verri scoppia la grana del contributo volontario che ogni famiglia deve versare. E a sollevare la polemica sono alcuni genitori, che proprio nei giorni scorsi hanno ricevuto una circolare della scuola in cui si legge che “affinché l’iscrizione sia regolarizzata” sono tenuti a versare 140 euro entro il 31 gennaio 2020. «E i ragazzi delle famiglie che non possono versare poiché in difficoltà economica devono cambiare scuola al proprio figlio», dice un genitore.

Un passo indietro

La questione del contributo annuo, che tutte le scuole pubbliche chiedono alle famiglie, e che viene definito volontario, è stata sollevata da un gruppo di genitori dell’Ite Tosi di Busto. Un tema che ha aperto un acceso dibattito su “versare” o “non versare”. Anche a fronte delle motivazioni rilasciate dalla dirigente scolastica dell’Ite. La quale ha spiegato che una quota della somma è sostanzialmente obbligatoria e serve per coprire i costi dell’assicurazioni di ogni singolo alunno, e il resto consente alla scuola di continuare a garantire servizi di implementazione didattica o relativi (come la presenza dei medici al Tosi ad esempio) a una maggior sicurezza degli alunni.

Il caso del Verri

Sta di fatto che la questione sollevata al Tosi non è passata inosservata. E al di là dei tanti commenti sui social, anche i genitori degli studenti del Verri hanno messo sul tavolo le loro perplessità e difficoltà.

Partendo dal fatto che «fino a 16 anni – scrivono – il diritto all’istruzione dovrebbe essere obbligatorio e gratuito. Soprattutto negli istituti professionali». E aggiungono, entrando nel dettaglio della questione: «Nei giorni scorsi è arrivata una comunicazione della dirigente scolastica in cui si legge che per regolarizzare l’iscrizione all’anno successivo degli alunni che già frequentano il Verri occorre versare un contributo scolastico di 140 euro».

A fronte della circolare c’è chi ha provato a contattare la scuola per chiedere un appuntamento con la dirigente, senza mai riuscirci, «perché – spiega un genitore –  dopo avermi chiesto il motivo per cui chiedevo un appuntamento, rispondevano che la preside era impegnata e che il versamento era obbligatorio e indispensabile per regolarizzare l’iscrizione di mio figlio. E che senza il versamento effettuato non avrebbero accettato l’iscrizione».

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