Covid in Comune a Busto, ADL: «Chiudere tutto e esentare dal servizio i dipendenti»

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BUSTO ARSIZIO – «Purtroppo siamo stati profetici. Ma adesso gli uffici comunali devono essere chiusi, esentando dal servizio il personale che non può essere impiegato con lo smart working». Alla luce del primo caso di positività al Covid-19, che si sarebbe registrato all’ufficio protocollo di Palazzo Gilardoni, il sindacato di base ADL rinnova la proposta di una serrata totale dei servizi comunali non essenziali, che era già stata fatta all’indomani del decreto con cui il premier Giuseppe Conte aveva “blindato” la Lombardia e l’Italia.

La chiusura del Protocollo non basta

Allora, ADL aveva preso spunto dal primo contagio accertato all’Anagrafe del Comune di Legnano, per avvertire l’amministrazione comunale di Busto Arsizio che «il contagio anche di un solo dipendente comporterebbe, come minimo, la messa in quarantena di interi settori o direzioni comunali, con i danni che ne comporterebbe non solo per la sicurezza e per la salute dei lavoratori ma anche per l’interruzione dei servizi erogati alla cittadinanza». Ora che quell’ipotesi purtroppo è diventata amara realtà, con tutte le preoccupazioni che comporta, le misure tempestivamente messe in atto per contenere la diffusione del contagio – isolamento in quarantena di tutti i colleghi, chiusura dello sportello e sanificazione degli ambienti – per il sindacato di base non sono sufficienti a garantire la sicurezza del personale comunale.

Dipendenti esentati dal servizio

Così torna d’attualità la proposta di «chiudere immediatamente tutti gli uffici comunali, lasciando attivi solo ed esclusivamente i servizi essenziali», con una “serrata” ancor più netta rispetto a quella attuata nelle ultime settimane, con l’avvio delle forme di “lavoro agile” da casa per più di 50 dipendenti comunali. Le rappresentanze sindacali di ADL hanno scritto una lettera al sindaco e al segretario generale per chiedere «l’applicazione dell’articolo 87 comma 3 del Decreto Legge “Cura Italia” a coloro che, dopo aver esaurito ferie pregresse e congedi non hanno la possibilità di poter svolgere lo “smart working”». Si tratterebbe, in soldoni, di «esentare il personale dipendente dal servizio», ovvero lasciare a casa, regolarmente retribuiti e senza penalizzazioni (come se fossero effettivamente al lavoro), le lavoratrici e i lavoratori che non possano prestare servizio in telelavoro.

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