Fagnano, l’amministrazione vuole un centro tamponi. Ma Geasc non sa nulla

fagnano geasc almasio presidente

FAGNANO OLONA – Problemi di trasmissione. Sul centro tamponi (ancora da realizzare) il sistema di comunicazione tra amministrazione e Geasc si impalla. Al punto che il cda della partecipata fa girare un comunicato stampa in cui smentisce quanto affermato dall’amministrazione. La stessa amministrazione che ha gemmato i due terzi del consiglio di amministrazione, in carica da poco più di due mesi.

Tamponi e tensioni

Il centro tamponi non c’è, forse ci sarà e sarà dedicato soprattutto alle scuole dopo le svariate richiesta arrivate anche dai fagnanesi. Eppure il presidio ha già sollevato un bel polverone. Nel senso che dal Castello l’amministrazione sostiene di aver dato (già ad ottobre 2020) indicazioni a Geasc per attivare un hub destinato ai test anti Covid. Ma in vicolo Sereni, stando alla nota ufficiale, nessuno sapeva nulla. “Noi ci siamo insediati il 26 novembre”, si legge nelle nota. Dove si specifica che la questione non è mai stata trattata negli incontri che si sono tenuti, “se non in quello dello scorso 21 gennaio. Considerando, pertanto, che nelle comunicazioni e negli atti formali inviati a seguito dell’insediamento non vi sono riferimenti a tale questione, il CdA è rammaricato” di dover apprendere da altre vie (“galeotto” l’articolo firmato su La Settimana da Matteo Garoni ndr) “che tale mandato fosse già stato comunicato verbalmente nel corso di un incontro a cui nessun membro dell’attuale cda era presente”.

Più pericoloso del triangolo delle Bermude

Siamo Fagnano bellezza: e al Castello di semplice e scontato non c’è nulla. Amministrazione – cda di Geasc – direttore di Geasc, in teoria, dovrebbero parlare la “stessa lingua”. E invece no, manco fosse il triangolo delle Bermude. Con una differenza: là, narra la leggenda, quel tratto di mare caraibico pare abbia la forza di inghiottire navi ed aerei; qui, così raccontano le cronache, ad essere inghiottita nel nulla pare sia stata la comunicazione. Nel senso che tra i vertici amministrativi e quelli della partecipata qualcosa è andato in tilt.

Di Sereni c’è solo il nome della via

Insomma non si capisce bene come debba essere organizzata la filiera di trasmissione dei comandi. Quel che si capisce bene è che su Geasc è iniziata una partita tutta da seguire. Nel senso che Siamo Fagnano in quattro mesi non ha certo risolto “la fame del mondo”, ma ha iniziato a tracciare, sulla base delle fiducia accordata dai fagnanesi, il proprio solco amministrativo. E le prime mosse di peso vedono la partecipata al centro della questione. Ma anche delle questioni, intese come polemiche. Si vedano: il rinnovo del consiglio di amministrazione (polemiche); gli aumenti dei servizi scolastici, ad esempio: scelta che compete la giunta, ma che poi Geasc dovrà essere brava a tradurre nella pratica (polemiche); qualche riunione del cda non esattamente tranquilla e infine la questione tamponi. Insomma in vicolo Sereni, a dispetto del nome che porta la via dove ha sede Geasc, gli animi sono tutt’altro che distesi. Anche se non manca la disponibilità a seguire gli input del Castello: “Questo CdA è sempre al servizio della cittadinanza e pronto a collaborare con l’amministrazione qualora la stessa abbia ancora interesse ad approfondire la fattibilità”.